paese in allarme

Torna il partito del terrore di Crisanti e Speranza: "Rischiamo un altro lockdown"

Gaetano Mineo

In pieno week end, mentre ancora tanti vacanzieri si godono gli ultimi giorni dell’estate, torna come una scossa sismica la minaccia di un lockdown. «In pandemia la coperta rischia di essere corta, o la tiriamo con forza dalla parte dei vaccini o dovremo immaginare nuove chiusure». Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ridà linfa al partito del «terrore-Covid», qualora l’abbia mai svigorito. E torna a far sentire la sua voce attraverso un’intervista al Corriere che sa più di avvertimento che di informazione. Affermazioni che, in queste ore, di certo lo rendono unico in Europa e che sembrano fare a pugni con i dati degli ultimi bollettini del suo stesso ministero e con quelli proprio dei vaccini. Basti pensare che il generale Francesco Paolo Figliuolo è convinto che a ottobre prossimo l’80 per cento degli italiani over 12 sarà immunizzato. Cifre che collocano l’Italia in cima alla classifica Ue. Gli italiani sicuramente devono continuare a vaccinarsi, e finora, bene o male, in tal senso hanno dimostrato consapevolezza. Ma gli stessi italiani hanno anche bisogno di ottimismo, dispensato sopratutto da chi ci governa, e di speranza, intesa però come attesa fiduciosa. Ma il ministro, in merito a un eventuale lockdown, continua a ribadire: «Se la difesa del diritto alla salute e la necessità di evitare nuove privazioni della libertà ci dovessero portare a questa soluzione, certo non ci spaventeremo e non ci fermeremo».

 

 

Parole che innescano la reazione di Matteo Salvini: «Quella di Speranza mi sembra una preoccupazione eccessiva, solo lui ne parla: come fai a parlare di lockdown il 5 settembre? Tornare ad allarmare, a preoccupare significa non fare un buon servizio al Paese». «Ci sono 40 milioni di italiani che si sono vaccinati, siamo tra i paesi più vaccinati d'Europa – prosegue il leader della Lega - Non penso che si arriverà a nessun obbligo perché la gente sta rispondendo volontariamente». In sostanza, «diamo fiducia agli italiani». Sono tanti gli iscritti al partito «terrore-Covid», com’è noto. Tra i leader c’è Andrea Crisanti. Il docente di microbiologia, che intervistato alla Festa del Fatto Quotidiano, spiega che «sicuramente» i numeri dei contagi che puntualmente fornisce il ministero della Salute è sottostimato. «Noi dovremmo avere circa 25mila casi al giorno per giustificare il numero di morti» spiega il microbiologo, secondo cui, il problema resta il tracciamento. E pone come esempio «l’Inghilterra, dove fanno un numero di tamponi spropositato e la fotografia è molto più realistica».

 

 

Ma la cosa sorprendente è che la teoria di Crisanti viene supportata in toto da Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute: «Noi sottostimiamo circa il 50 per dei casi». Come dire, cifre a go go. Per non parlare di Walter Ricciardi, altro esponente del partito «terrore-Covid». Il consigliere di Speranza, l'uomo che forse più di tutti in Italia ha invocato il lockdown, qualche settimana fa, aveva finanche auspicato la mascherina per i bambini da due anni in su. E dire che è già un’impresa indossarla dai sei anni in su, come prevedono le norme vigenti. «Secondo il World Health Network e secondo i Cdc americani, con la variante Delta la mascherina andrebbe usata sopra i 2 anni», rimarcava poco tempo fa il fedelissimo di Speranza.