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Covid, polemica sulle classi senza mascherine. Ma il ministro Bianchi: «Non è discriminazione»

Maria Elena Ribezzo
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La campanella suonerà quasi per tutti il 13 settembre ma non si placano le polemiche intorno alla ripresa in presenza delle lezioni. Il nuovo fronte è stato aperto dai ministri Patrizio Bianchi e Roberto Speranza, che ieri in conferenza stampa hanno ricordato che nelle classi in cui tutti sono vaccinati, gli studenti potranno abbassare la mascherina al banco, in situazione statica. Una condizione che per una parte della politica può creare discriminazioni nei confronti dei ragazzi non vaccinati. La possibilità di togliere la mascherina nelle classi in cui tutti abbiano completato l’immunizzazione, in realtà, è già prevista dal decreto legge del 6 agosto, varato dal governo con le misure urgenti per l’avvio del nuovo anno scolastico. Fonti vicine a viale Trastevere fanno sapere che insieme al Ministero della Salute, tenuto conto anche degli aspetti legati alla privacy, si sta ora lavorando per l’attuazione di questa novità che «non vuole assolutamente creare discriminazioni, quanto piuttosto consentire un progressivo ritorno alla normalità all’interno delle aule in corrispondenza dell’avanzamento del piano vaccinale». Servirà dunque l’emanazione di linee guida che devono ancora essere scritte, quindi nuovi confronti con parti sociali, con il Garante della privacy, con le autorità sanitarie.

 

 

«Il percorso si inizia ma non è immediato: va per bene definito il procedimento», spiega Barbara Floridia, sottosegretaria all’Istruzione. Il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, condivide l’intento del ministro di tornare in classe senza mascherina, «è l’obiettivo che unisce il mondo della scuola - assicura - salvaguardando la privacy degli studenti ed evitando ogni discriminazione». Per raggiungere lo scopo, Giannelli pensa a una «super app, simile a quella che il Ministero sta preparando per il personale, che segnali le classi "allvax", nelle quali sarà quindi possibile abbassare le mascherine. Non è una cosa che si potrà fare in tempi brevi ma è giusto iniziare a pensarci», afferma.

 

 

I sindacati, intanto, chiedono a governo e ministero dell’Istruzione un tavolo urgente sui dipendenti delle imprese in appalto, a partire da quelle che gestiscono servizio di mensa all’interno delle scuole di ogni ordine e grado. Vogliono «norme dedicate, adeguate e chiare, valevoli per l’intero territorio nazionale, nonché modalità operative precise nelle responsabiità, compiti e strumenti». Anche il personale amministrativo della scuola chiede un confronto per affrontare «alcune problematiche riguardanti l’avvio dell’anno e altre di prospettiva del sistema istruzione, mai discusse adeguatamente in precedenza», lamenta Giorgio Germani, presidente dell’Anquap, l’Associazione Nazionale Quadri Amministrazioni Pubbliche. Gli amministrativi domandano di rivedere gli organici, il reclutamento, la carriera, lo stato giuridico e il trattamento economico dei Dsga e di tutto il personale Ata. «A breve si aprirà la trattativa per il rinnovo contrattuale del triennio 2019/21, è fondamentale - insiste - Germani - dimostrare un adeguato riconoscimento a tutto il personale amministrativo».

 

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