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Nicola Zingaretti abbatte il drone per le spiagge di Ostia e scarica la colpa sulla Asl

Antonio Sbraga
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L’annunciato drone «anti-Covid» è diventato un boomerang per l’Asl Roma 3, atterrata dal decollo annullato ordinato dalla Regione Lazio e finita in un’istruttoria aperta dal Garante della Privacy, che ha aperto un'indagine, inviando «una richiesta di informazioni» all’azienda sanitaria. Ma anche «il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha chiesto una relazione al Direttore Generale della Asl e ha tenuto a far sapere subito, di prima mattina, che alle 10, dopo l’annuncio sui giornali del «controllo delle temperature in modo automatico da parte del dispositivo Ostia sulla spiaggia», ne ha bloccato il decollo. «Su Ostia non ci sarà alcun volo di drone, è un’iniziativa autonoma della Asl Roma 3 che non rientra nella programmazione dell’Unità di Crisi Covid-19», ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. Aggiungendo che «attualmente le uniche sperimentazioni condivise, con l’ausilio dei droni, riguardano il trasporto di medicinali e sono state fatte dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù».

 

 

Poi il Garante per la privacy ha «acceso un faro nei confronti di iniziative che prevedono con troppa facilità l’utilizzo dei droni. Il ricorso sempre più frequente e per le finalità più diverse a questi strumenti potrebbe risultare lesivo della riservatezza delle persone riprese», ha avvertito l’ufficio del Garante. Dal quale ieri «è stata inviata una richiesta di informazioni alla Azienda Usl Roma 3 per verificare il corretto trattamento dei dati personali, anche di tipo sanitario, nell’ambito di una iniziativa in programma il 4 e il 5 settembre sulle spiagge di Ostia. Secondo notizie di stampa l’azienda sanitaria mediante un drone intenderebbe rilevare la temperatura corporea a tutte le persone presenti in spiaggia. Considerata la delicatezza dei trattamenti di dati personali che si intendono effettuare, in assenza di una chiara base giuridica che li possa legittimare, il Garante ha chiesto all’azienda di fornire una serie di chiarimenti. Entro 7 giorni l’azienda dovrà specificare, tra l’altro, chi sia il titolare del trattamento dei dati delle persone sottoposte alla rilevazione della temperatura corporea, i motivi della rilevazione, l’affidabilità degli strumenti utilizzati, le conseguenze previste per chi risultasse avere una temperatura superiore a quella fisiologica, quali informazioni saranno rese agli interessati e come verranno fornite».

 

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