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Roma, la strage di pesci nel Tevere mette nei guai Virginia Raggi: colpa della sporcizia della città

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La strage di pesci nel fiume Tevere ha un preciso responsabile: la sporcizia di Roma e l’incuria nella manutenzione delle strade e dei tombini. La puzza è ancora oggi insopportabile su alcuni ponti della Capitale e Repubblica è riuscita a svelare i motivi dietro a quella che sembrava una morte misteriosa di migliaia tra carpe, cefali e pesci siluro. Le piogge del 24 agosto hanno ripulito il manto stradale da sporcizia e agenti inquinanti che erano stati assorbiti dall’asfalto: i materiali sono quindi finiti nel fiume e hanno immediatamente ucciso i pesci. 

 

 

La tesi, rilanciata dal quotidiano degli Elkann, rappresenterebbe un ulteriore motivo di imbarazzo per il degrado della Capitale, che sotto la sindaca Virginia Raggi ha raggiunto livelli inimmaginabili. Tale motivazione è sostenuta dalla polizia fluviale, che dalle indagini ha fatto emergere che la mancata cura della città è stata la causa della strage. 

 

 

Ci sono però altre due strade che si stanno monitorando per dare una spiegazione definitiva di quanto successo dal 27 agosto: lo sversamento abusivo da parte di un cittadino o un allaccio fuorilegge di un locale (ma non è stato trovato nulla a supporto di questa pista). Gli investigatori hanno stabilito che si sia trattato di un incidente occasionale, con i livelli di ossigeno nell’acqua che sono già tornati ad essere buoni. Già lo scorso anno la procura aveva indagato su eventi simili accaduti a giugno e luglio: il fascicolo per inquinamento ambientale a carico di ignoti non portò all’individuazione di alcun responsabile. L’ennesimo schiaffo negli ultimi mesi di guida capitolina della Raggi. E pensare che l’ambiente è uno dei capisaldi del Movimento 5 Stelle…

 

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