La rivelazione del virologo Pregliasco: io cintura marrone di karate, ma ho paura dei no-vax
Il suo volto lo abbiamo imparato a conoscere sin dall’inizio della pandemia Covid e ora il virologo Fabrizio Pregliasco si racconta a cuore aperto, svelando le sue paure per le minacce di aggressioni. Il Direttore Sanitario dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano si sfoga al Corriere della Sera: “Non ho pianto, ma mentirei negando di essere preoccupato. Nelle ultime due-tre settimane, da quando si discute sul Green pass, la furia dei no vax nei miei confronti ha avuto un’impennata. Non vorrei che… Un po’ di paura ce l’ho. Non vorrei che qualche psicopatico incontrandomi per strada mi riempia di sganassoni o qualche altra cosa. Come è successo a Berlusconi che nel 2009 si è beccato una statuetta del Duomo in viso”.
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“Neppure io pensavo di essere riconoscibile - dice con stupore il virologo - fino a questo punto. Anche mezzo coperto dalla mascherina non la scampo. Ecco, mentre faccio quest’intervista sono salito in taxi e il conducente mi ha accolto con un buonasera dottor Pregliasco. Negli ultimi giorni per proteggermi da eventuali aggressioni fisiche ho deciso di ridurre al minimo i miei spostamenti a piedi, di muovermi lo stretto necessario anche se finora sono stato avvicinato solo da persone che mi hanno manifestato solidarietà. Ci hanno preso gusto, questi signori. Il mio numero di cellulare e la mail professionale sono state postate su Telegram. Da allora mi telefonano per dirmi di tutto. Nella migliore delle ipotesi al mio pronto segue il silenzio, altrimenti insulti a gogò. O frasi del tipo ‘con quale coraggio baci i tuoi figli quando torni a casa’, oppure ‘verrai giudicato da un tribunale terreno’. Ricevo centinaia di sms da sconosciuti e materiale astruso sugli effetti collaterali dei vaccini”.
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La persecuzione dei no-vax è anche sui social: “Ho due profili come presidente Anpas, Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, e anche quelli si riempiono di post. Su Instagram è un fioccare di bastardo, figlio di..., la pagherai. Credo che i mittenti siano leoni solo davanti alla tastiera però chissà che, a forza di beccarmi queste raffiche di ingiurie e frasi minatorie, qualcuno non passi alle mani preso da un raptus. E pensare che da giovane ero cintura marrone di karate. L’allenamento è rimasto. Però sono un pacifista e il karate - conclude con l’aneddoto sportivo - è una disciplina di rispetto non di botte e schianti”.
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