Covid e morti, gonfiano i dati? Gianluigi Paragone e la nuova ricerca: "Ecco i veri numeri sui decessi"
Spunta un'altra verità sul numero reale di morti per Covid 19. Mentre la pandemia di coronavirus continua a limitarci la vita con l'allarme di una nuova ondata alle porte emerge un nuovissimo studio sul numero di decessi. "Secondo quanto rivelato da un esperto, i dati non sono in realtà quelli che ci scorrono ogni giorno sotto gli occhi, nei tg e sui giornali" dichiara il senatore Gianluigi Paragone in un articolo pubblicato su ilparagone.it dove riporta la ricerca del medico tedesco Bertram Häussler, capo dell’istituto di ricerca sanitaria indipendente Iges di Berlino, sui decessi per coronavirus.
"Siamo ormai abituati da oltre un anno a ricevere quotidianamente aggiornamenti sulla situazione della pandemia in Italia e nel mondo, con puntuale snocciolamento dei dati su nuovi positivi e decessi. Ma siamo davvero sicuri che tutte le persone genericamente catalogate come “morte per Covid” abbiano davvero perso la vita principalmente a causa del virus?" domanda Paragone.
Il medico tedesco Häussler ha pubblicato lo studio secondo il quale l’80% delle persone scomparse che vengono catalogate sotto la dicitura “morti di Covid” in realtà non sono decedute a causa del virus. Intervistato dal quotidiano Die Welt, Häussler ha sottolineato, prendendo come esempio il mese di luglio 2021, che la stragrande maggioranza dei decessi ufficiali da Covid avevano in realtà contratto l’infezione di base almeno cinque settimane prima.
“Attualmente in Germania ci sono 3,8 milioni di persone sopravvissute all’infezione da Covid – ha spiegato il medico durante l’intervista – Statisticamente circa 100 di questi individui guariti muoiono ogni giorno per altre cause, ma vengono poi inseriti nell’elenco dei deceduti a causa del virus in base a una positività segnalata anche mesi prima. Potrebbe trattarsi, per esempio, anche di una persona contagiata nel 2020 e ora morta a causa di un’insufficienza cardiaca”.
Infine, Häussler ha evidenziato come nel Regno Unito, “dove i locali sono aperti e non c’è più l’obbligo di mascherina, nonostante oltre 38 mila nuove infezioni ci sono solo 100 decessi e anche il numero di malati gravi è molto basso”. "Proprio la Gran Bretagna - spiega Paragone - era stato tra l’altro il primo Paese a sollevare, durante lo scorso autunno, il caso delle statistiche dei morti per Covid gonfiate, con alcuni analisti che avevano messo nel mirino i dati ufficiali diffusi dal governo".