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Gli afghani che devono la vita al green pass. Il sottosegretario Mulè: così abbiamo ingannato i talebani

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Il green pass salva la vita. Andatelo a chiedere agli afghani che sono riusciti a scappare dall'inferno di Kabul grazie al certificato vaccinale. A raccontarlo è Giorgio Muleì martedì 31 agosto, durante la puntata de L'aria che tira estate su La7.

 

Siamo nelle ore più drammatiche della fuga dall'Afghanistan. "Non c'erano più le ambasciate e a un certo punto i talebani hanno chiesto un visto" per coloro che dovevano lasciare il paese sugli aerei in partenza da Kabul, racconta il sottosegretario alla Difesa. "I visti non c'erano, e così abbiamo mandato i green pass e tanti sono potuti partire". Il conduttore Francesco Magnani resta di stucco: "Ma i certificati vaccinali?" "Sì, esatto" conferma  il sottosegretario che spiega. "Li abbiamo mandati alle persone che dovevano partire che hanno mostrato i green pass ai talebani che si sono bevuti" la frottola che erano dei visti. "C'erano persone disperate, ci siamo inventati qualsiasi cosa per farli partire. Grazie ai nostri militari, se non ci fossero stati loro non avremmo fatto nulla", dice Mulè. 

 

Intanto arriveranno oggi, all'aeroporto di Ciampino, gli ultimi militari italiani di ritorno dall'Afghanistan.  “L’Italia ha fatto moltissimo in questa fase emergenziale: sono più di 5.000 i cittadini afghani che abbiamo ‘salvato’ in condizioni davvero al limite. Sono donne, bambini, profughi, vittime di una guerra che nega loro i diritti fondamentali di civiltà. Per questo grande sforzo operativo e umanitario vanno ringraziate le nostre Forze armate e l’intelligence che hanno svolto un lavoro straordinario: oggi alle 17 a Ciampino arriveranno gli ultimi militari di ritorno dall’Afghanistan e saremo lì a ringraziarli e ad accoglierli”, aveva detto in precedenza ad Agorà Estate, su Rai3. 

 

"Purtroppo ora a Kabul non volano gli aquiloni ma i razzi: è il risultato della politica dei talebani che si fonda sulla violenza, sulla brutalità, sulla negazione dei diritti. E su questo l’Occidente è chiamato immediatamente ad intervenire e a proseguire innanzitutto un’azione di tipo umanitario e poi anche geopolitico. Il rischio è ben visibile ed è che l’Afghanistan diventi la nuova culla del terrorismo internazionale" ha detto il sottosegretario. 

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