proroghe finite
Addio tregua fiscale, da settembre arrivano le cartelle esattoriali
Rispuntano le cartelle fiscali. Una stangata di fine estate per i contribuenti che ora dovranno mettere mani al portafoglio a meno di un’ennesima proroga dell’ultima ora ma di cui non c’è traccia all’orizzonte. E così dal primo settembre ripartiranno le notifiche delle cartelle di pagamento per circa 60 milioni di atti e il recupero coattivo delle somme.
Termina, quindi, la proroga in corso da marzo 2020 attivata per nove volte da una serie di decreti: dall’ultimo «Sostegni-bis» fino ad arrivare al primo decreto «Cura Italia». In pratica, il «congelamento» dell’attività di riscossione è durato 18 mesi. Ora, pare, che il governo Draghi sia pronto ad aprire le casse dell’Agenzia delle Entrate per far confluire i soldi dei contribuenti. Per ogni scadenza è prevista la possibilità di effettuare il pagamento avvalendosi anche dei 5 giorni di tolleranza aggiuntivi concessi dalla legge. In caso di pagamenti oltre i termini previsti o per importi parziali, invece, verranno meno i benefici della definizione agevolata e i versamenti già effettuati saranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute. Per effettuare il pagamento, dovranno essere utilizzati i bollettini contenuti nella «Comunicazione delle somme dovute» già in possesso dei contribuenti, riferiti all’originaria scadenza di maggio 2020.
Vediamo ora in dettaglio cosa riparte da mercoledì prossimo. Dal primo settembre, l’Agenzia delle Entrate invierà ai contribuenti gli atti di pignoramento qualora a tale data avessero già dei debiti scaduti. Mentre dal primo ottobre il Fisco spedirà gli atti di recupero. Infatti, i contribuenti che avevano una dilazione in corso nel mese di marzo 2020, hanno tempo fino al 30 settembre 2021 per versare le rate ancora sospese. Tra gli atti che ripartiranno il primo settembre, ci sono anche quelli relativi al pignoramento del conto bancario, al canone di locazione, al fermo amministrativo dei veicoli e non ultimo gli atti relativi alle trattenute sugli stipendi. Chi non è più in possesso della «Comunicazione delle somme dovute», inviata nel 2019 dall’Agenzia delle entrate-Riscossione a seguito dell’adesione e contenente il dettaglio di quanto dovuto e i bollettini di pagamento, può richiederne una copia direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
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Va detto che non c’è certezza sul numero degli atti fiscali pronti ad arrivare nelle case degli italiani. Di 60 milioni, parla una stima del movimento Autonomi e Partite Iva. Mentre altre fonti calcolano il numero delle cartelle esattoriali che solitamente vengono inviate in un anno, circa 15 milioni, più il numero di quelle arretrate alla data dello stop alla spedizioni (si parla di una ventina di milioni). In ogni caso, l'Agenzia delle Entrate dovrebbe iniziare a mandare ai contribuenti prima le cartelle più vecchie, a rischio prescrizione.
Irrompe Giorgia Meloni. «Come fa lo Stato a inviare cartelle di riscossione a quei lavoratori che non hanno percepito più entrate a causa delle restrizioni? - tuona la leader di Fratelli d’Italia -. Perché non distinguere chi può (e deve) pagare da chi è stato messo in condizioni di non poter pagare?». Come dire, «il Governo dei "migliori" si metta a lavorare e vari subito un provvedimento che metta a riparo tutte quelle aziende e famiglie che sono state penalizzate dalla pessima gestione della crisi sanitaria».