Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Afghanistan, incubo senza fine. L'alert a Biden e Harris: "probabile" un nuovo attentato

  • a
  • a
  • a

Gli Usa lasciano l’Afghanistan, ma si lasciano alle spalle l’attentato più letale per l’esercito americano negli ultimi dieci anni. Non c’è ancora un bilancio ufficiale, ma per tutta la giornata si sono susseguiti numeri via via più agghiaccianti. Secondo fonti sanitarie locali, sono 170 i decessi, tra afghani e non, oltre ai 13 soldati americani. Ma c’è chi parla di 200 morti e sicuramente altrettanti (se non più feriti): un attentato che, se così fosse, sarebbe il più sanguinoso in venti anni di permanenza Occidentale nel tormentato Paese.

 

Il giorno dopo l’inferno, il Pentagono ha rivisto il resoconto di ciò che è accaduto all’aeroporto: contraddicendo la versione del giorno prima, il generale William Taylor ha spiegato che non c’è stata una seconda esplosione all’interno o nelle vicinanze del Baron Hotel, ma un solo kamikaze all’Abbey Gate, seguito da diversi spari (che gli americani non ancora capito da dove provenissero o da chi fossero azionati). Intanto gli Usa continuano le evacuazioni, mentre gli altri Paesi, l’uno dopo l’altro, hanno praticamente tutti chiuso i voli. Oggi l’ultimo volo italiano, con a bordo il console Tommaso Claudi, l’ambasciatore Pontecorvo e i Carabinieri del Tuscania che erano ancora sul posto. Per tutti resta lo spartiacque del 31 agosto indicato dal presidente Joe Biden che, ancora oggi, ha confermato come le evacuazioni americane andranno avanti come previsto fino all’ultimo. Ma è chiaro che l’attacco di ieri per molti afghani è stato l’ultimo chiodo messo sulla bara.

 

A Kabul rimangono le folle in attesa, molti in piedi accanto agli autobus con i bagagli ai lati. Ma oggi erano centinaia, non le migliaia dei giorni scorsi: si stima che nel Paese rimarranno centinaia di migliaia di persone che avrebbero voluto fuggire dal dominio dei talebani, ma pochissimi sembrano ormai riuscire ad arrivare ai cancelli. Biden ha promesso vendetta, che darà caccia senza tregua a chi ha compiuto la strage ma l’Isis-K per ora è ancora «una minaccia concreta». «Vuole che scompaiono dalla faccia della terra», ha detto la sua portavoce Jen Psaki; ma per ora le truppe Usa devono pensare a guardarsi le spalle.

 

Il Pentagono ha ammesso che quelli, da qui sino al 31 agosto, saranno i giorni più pericolosi. Biden e la sua vice Kamala Harris sono stati messi in guardia che un nuovo attentato è «probabile»: glielo hanno detto gli uomini della Sicurezza nazionale, in una riunione nella Situation Room a cui hanno partecipato anche gli alti comandanti e i diplomatici dispiegati in Afghanistan. Biden, che come presidente è anche comandato in capo delle forze armate, ha autorizzato i vertici militari a fare tutto il necessario per proteggere le truppe. Ma non è detto che basti.

Dai blog