lotta al covid

Esperti e membri del Cts vogliono l’obbligo vaccinale. "Deve valere per tutti"

Dario Martini

Cresce il pressing per introdurre l’obbligo vaccinale. Non solo per chi lavora nella scuola, ma per tutti coloro che ancora sfuggono al siero. A chiederlo sono alcuni componenti del Comitato tecnico scientifico, virologi ed esperti. Ma anche da mondo del lavoro arrivano spinte analoghe. Innanzitutto, c’è chi è cauto e preferisce concentrarsi solo su alcune categorie di lavoratori. Giorgio Palù, presidente dell’Aifa e membro del Cts, in un’intervista al Corriere della Sera, insiste sull’opportunità di «introdurre l’obbligo vaccinale per chi ricopre una funzione pubblica: operatori sanitari, insegnanti, forze dell’ordine e altra categorie». Come fare? Il professore ricorda «che la salvaguardia del bene pubblico è tutelata dall’articolo 2 della Costituzione, secondo cui il diritto individuale non può ledere quello della comunità. E i vaccini di cui oggi disponiamo, oltre a proteggere l’individuo, sono altamente efficaci nella prevenzione dei contagi: tra il 70 e l’85%. Per quel 25-30 per cento che sfugge anche i vaccinati devono continuare a portare la mascherina in ambienti affollati e al chiuso».

 

 

L’immunologo Sergio Abrignani, professore dell’Università Statale di Milano, e componente del Cts come Palù, invece va oltre: «Ci vuole l’obbligo vaccinale perché le malattie infettive le contieni quando vaccini tutti e lo abbiamo visto con la polio, il vaiolo e altre malattie. Mi chiedo come sia possibile che con una malattia infettiva come il Covid che ha rischiato di distruggere la nostra economia e solo in Italia ha ucciso 130mila persone ci sia ancora chi si interroga se sia opportuno o no vaccinarsi. Ormai i vaccini sono stati iniettati quasi a un miliardo di persone. Non sappiamo che cosa succederà tra 20 anni, ma non esiste alcun vaccino che negli ultimi 50 anni abbia dato effetti avversi dopo decenni». Anche infettivologi molto presenti sui media e sui social, come Matteo Bassetti, sono ormai convinti che con la variante Delta ormai predominante, non ci sia altra soluzione oltre all’obbligo. «Sono d’accordo con Burioni, oggi con la variante Delta serve oltre il 90% di vaccinati per stare tranquilli. Assomiglia alla varicella come contagiosità e l’immunità di gregge della varicella si raggiunge con il 95% dei vaccinati, quindi quella è la soglia. Per questo spingo per l’obbligo, perché visto che abbiamo il 5% di popolazione non vaccinabile, ovvero i bambini fino ai 12 anni, è chiaro che tutti gli altri vanno vaccinati con le buone o con le cattive. Non esiste più la possibilità di discutere».

 

 

La politica sul tema è divisa. In questo momento gli occhi sono puntati sul rientro a scuola di settembre. Il consulente del ministro della Salute, Walter Ricciardi, è convinto che i docenti ancora non vaccinati, circa 186mila, vadano obbligati a farsi iniettare il siero. Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, rilancia: «La settimana prossima riapriranno le grandi aziende, dopo le ferie di agosto e tra tre settimane inizierà la scuola. Se entro la settimana prossima non avremo un sufficiente numero di prenotazioni per il vaccino e i numeri non saranno cambiati, sarà il caso di passare all’obbligo vaccinale per alcune categorie». I sindacati sono divisi. A prendere posizione in favore dell’obbligo è il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra: «Per noi il vaccino rimane l’unica vera arma che potrà portarci fuori dalla pandemia. Per questo chiediamo al governo e al Parlamento di approvare urgentemente una legge che introduca l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini».