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Migranti, Sicilia in emergenza. E il ministro Luigi Di Maio resta al mare

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Nicola De Felice*
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Finanziata dall'Unione buddista italiana, la ResQ People spalanca le porte della Sicilia a 166 clandestini recuperati davanti alle coste libiche, in acque SAR di competenza maltese, sbarcati ad Augusta. L'imbarcazione dell'intellighentia sinistrorsa milanese ha già svolto il ruolo di «fattore di attrazione» nel Mediterraneo per i mercanti di essere umani con l'organizzazione tedesca Sea-Eye e con il nome di Alan Kurdi. Costata alla ong italiana 400 mila euro con il contributo dell'Unione buddhista italiana, la ResQ People batte bandiera tedesca e si aggiunge alla numerosa flotta delle navi ong verso le quali gli scafisti inviano sottobordo numerosi barchini pieni di migranti economici, pronti a pagare migliaia di euro per sperare di approdare in Italia.

La nave è gestita dalla ONG italiana ResQ-People Saving People, della quale presidente è Luciano Scalettari, vicecaporedattore di Famiglia Cristiana e come presidente onorario l'ex magistrato Gherardo Colombo. Insieme all'enorme nave ong norvegese Geo Barents con a bordo 214 clandestini, la Resq People si trova ora al largo delle coste siciliane e chiede all'Italia di scaricare la sua mercanzia umana in terra italica invece di rispettare le norme internazionali previste per lo Stato di Bandiera che prevedono Lo sbarco in Germania e in Norvegia. L'equipaggio, di cui fa parte anche Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency, ha chiesto più volte l'assegnazione di un porto sicuro. L'aereo privato Colibri di «Pilotes Volontaires », altri compari della flotta delle navi «pull factor», è entrato in azione e segnala i barchini che escono dalla costa libica. Ai trafficanti di esseri umani non pare vero avere delle occasioni del genere, dove navi del Nord Europa si presentano davanti a Zuara in attesa di ricevere il meritato premio dopo giorni di attesa.

E mentre il nostro ministro degli Esteri continua le sue ferie sotto l'ombrellone, la Sicilia vive ancora una volta un'estate di emergenza sia in termini di sicurezza sociale sia sanitaria. Dopo i bengalesi, seconda etnia in termini numerici sbarcata in Italia negli ultimi anni, aspettiamo senz' altro che il business delle organizzazioni criminali internazionali si adeguino alle leggi del mercato inserendo nel flusso della migrazione clandestina la massa di afgani in fuga dai talebani. Ma veramente ci meritiamo tutto questo?
di Nicola De Felice *Ammiraglio di divisione (Ris)

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