contagi alle stelle

Sicilia zona gialla, da lunedì tornano le mascherine all'aperto

Due mesi senza restrizioni. La Sicilia, uscita dalla zona gialla fra le ultime regioni il 21 giugno, ci rientra per prima il 23 agosto a meno di colpi di scena dell’ultimo secondo nel corso della cabina di regia in programma venerdì a Roma.

In 2 mesi i numeri del Covid in Sicilia sono peggiorati molto più che nelle altre regioni italiane. Non che l’Isola partisse con numeri confortanti ma in questi 63 giorni ha battuto tutti i record negativi: dal numero di nuovi positivi giornalieri al conseguente numero dei positivi totali, dal numero di contagiati ricoverati in ospedale a quello dei più gravi in terapia intensiva. I livelli soglia per far scattare la zona gialla sono già stati superati da martedì (la decisione del ministro Speranza si baserà sui dati di quel giorno): l’ospedalizzazione normale al 17 per cento (15 il tetto massimo) e le terapie intensive al 10,2 (10 per cento la soglia). Per non parlare dell’incidenza settimanale ormai 3 volte superiore (148) al limite di 50 contagiati ogni 100 mila abitanti. Con questi numeri non ci sono margini di manovra, dal 23 agosto in Sicilia torneranno l’obbligo delle mascherine all’aperto e limite di 4 persone sedute nei tavoli dei locali sia all’aperto che al chiuso (con green pass).

 

 

 

 

 

Non sarà dunque servito il tentativo in extremis dell’assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza di aumentare i posti letto per far scendere le percentuali ed evitare la zona gialla. I 570 posti letto ordinari in più (in totale sono 3.670) e le 94 postazioni di rianimazione aggiunte (complessivamente sono 762) sono una benedizione ma non per evitare le restrizioni, piuttosto per garantire cure adeguate all’onda lunga dell’aumento dei ricoveri che non si fermerà in pochi giorni. «Se aumentiamo i posti letto, ritornando ai livelli di marzo, lo facciamo perché vediamo crescere il numero dei contagiati e quindi ci guida il principio di precauzione. Se non lo avessimo fatto, con questa crescita di ricoverati, saremmo probabilmente stati accusati del contrario», ha risposto Razza alle critiche piovute dalle opposizioni sull’aumento strumentale dei posti letto solo quando i numeri dei contagi si fanno pericolosi.

Fra chi ha puntato il dito sulla gestione siciliana della pandemia c’è il deputato di Leu Erasmo Palazzotto che sottolinea come «i posti in terapia intensiva che si moltiplicano non appena si rischia il cambio di colore sono un film già visto a novembre 2020 quando la Sicilia rischiava la zona rossa e che si ripete adesso alle soglie del giallo. L’assessore Razza farebbe bene a riflettere sui suoi errori visto che la Sicilia è ultima tra le regioni italiane nel rapporto dosi somministrate per abitanti. Farsi da parte sarebbe quantomeno doveroso». Con quasi 1 milione di turisti ancora sull’isola, la zona gialla rischia di affossare la seconda parte della stagione turistica (che in Sicilia dura fino a metà ottobre). Ed è unanime la convinzione che la responsabilità sia della fallimentare campagna di vaccinazione. L’Isola è ultima nella classifica delle regioni italiane in tutte le fasce d’età, in particolare sugli over 50. E la controprova arriva dallo «status» dei ricoverati per Covid: il 92 per cento non è vaccinato.