Renato Farina scrive al Corriere della sera: "Intervista fasulla, ritratto tipo body shaming". La lettera dopo il caso Brunetta
Renato Farina si è dimesso da ’consigliere per la comunicazione istituzionale del ministro per la pubblica amministrazione' Renato Brunetta dopo le polemiche sorte in seguito alla nomina. Un polverone che è sollevato a seguito della campagna di staampa di alcuni quotidiano che a tambur battente hanno messo la firma di Libero nel mirino.
Oggi Farina ha scritto una lettera a Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, che smentisce diversi passaggi dell'intervista apparsa domenica 8 agosto a firma di Fabrizio Roncone. Di seguito il testo della lettera.
Caro Direttore,
l’intervista come risulta sulla pagina del Corriere a firma di Fabrizio Roncone è odiosamente fasulla. Sfido l’autore a pubblicare l’integrale audio sul sito del Corriere se mai abbia registrato. Più che un’intervista è un ritratto tipo body shaming della mia persona. Non ho mai detto che ho scritto i discorsi di Renato Brunetta, né che io stavo pregando. Ero banalmente a Messa e ho richiamato per gentilezza. La mia risposta su Draghi era ovviamente una battuta, e ho detto pure qualcosa come: figuriamoci se un nessuno come me è in grado di dare un problema a Draghi.
Sant’Anselmo sosteneva che si può tranquillamente scrivere che la Bibbia dice: «Dio non esiste». Basta togliere le tre parole che precedono la negazione: «Lo stolto dice: Dio non esiste». Ho sbagliato a mettermi nelle mani di chi dal primo istante della conversazione mi ha trattato con disprezzo. Le dimissioni nascono dal fatto di cui mi sono reso immediatamente conto chiusa la telefonata: se dopo gli articoli tossici del Fatto e di Repubblica anche il Corriere si affida a chi ridicolizza programmaticamente l’interlocutore, come l’esito documenta, l’unico modo per non essere un bersaglio utile per colpire di rimbalzo il ministro, è togliermi di mezzo.
Questo ho fatto con una nota inviata alle agenzie, il resto sono bubbole di fango. Con stima per il suo lavoro. E amarezza per il torto che ho subito io e che ha offeso la buona fede mia e dei suoi lettori.
Renato Farina