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Così l'Italia torna a correre. Ci prova pure Draghi: "Il Pil può volare"

Filippo Caleri
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L’Italia corre, vince e stupisce il mondo. Ma i velocisti azzurri che sfrecciano sul tartan giapponese sono anche lo specchio di qualcosa che nel Paese sta accadendo. In meglio e in positivo. 

Cì, siamo tra i primi nello sport, ma ci sono le premesse e l’ottimismo giusto per tornare a essere protagonisti anche nell’economia e di conseguenza nella scacchiera geopolitica. E recuperare quei gradini della scala dei valori mondiali che, negli ultimi anni, il Belpaese aveva sceso inesorabilmente. 

A certificare lo stato di grazia attuale sono gli indici che periodicamente l’Istat elabora e che testimoniano il recupero del sistema produttivo italiano, la fiducia dei consumatori in rapida salita, le aspettative positive delle aziende che iniziano a vedersi riflesse anche sulle prospettive dell’occupazione. 

 

Numeri positivi. Ma non solo. Al di là delle cifre è il sentiment, la percezione della realtà, che sembra essersi invertito rispetto a solo qualche anno fa. Anche ieri, qualche ora prima del trionfo dei quattro azzurri della staffetta olimpica, a dispensare ottimismo, frammisto alla giusta cautela nel non abbandonare ora la lotta al Covid, è stato Mario Draghi che ha ribadito che «l’epidemia di Covid-19 in Italia è in una fase estremamente delicata, in cui si iniziano a vedere primi segnali che possono indurre a un "cauto ottimismo" ma che, proprio per questo, richiede la massima attenzione per non ripiombare velocemente in una situazione critica. La differenza possono farla le vaccinazioni». Un richiamo che il premier ha accoppiato alle previsioni economiche. «Le cose per l’economia italiana vanno bene e si spera che vadano anche meglio, agli italiani voglio dire: perché vadano meglio vaccinatevi e rispettate le regole».

 

Insomma le cose vanno bene. E, scongiuri d’obbligo, possono andare anche meglio. La base di partenza c’è e sembra solida. Nel secondo trimestre il Pil è volato a un +2,7% rispetto ai tre mesi precedenti e del 17,3% rispetto allo stesso periodo del 2020. Un dato generato, ha evidenziato l’istituto di statistica, «dal confronto con il punto di minimo toccato nel secondo trimestre del 2020 in corrispondenza dell’apice della crisi sanitaria». Un rimbalzo forte dunque perché il raffronto è fatto con il primo trimestre di lockdown. Ma non per questo il risultato è da sminuire. Anche perché la variazione acquisita del Pil per il 2021 è pari a un +4,8%. E non è tutto. Sì, perché l’economia è fatta anche di aspettative che si autoalimentano e, se si ingenera ottimismo, i risultati possono essere più elevati di quelli attesi. A dirlo è stato l’Ufficio parlamentare di bilancio secondo il quale la ricchezza del 2021 potrebbe arrivare a sfiorare il 6%. Così in prospettiva già nella prima metà del prossimo anno il nostro Paese potrebbe recuperare i livelli di attività pre-Covid-19. 

Insomma, variante Delta permettendo, l’Italia ha ingranato la marcia. Su quel tappeto sintetico dello stadio di Tokio, l’accelerazione poderosa di Filippo Tortu, nell’ultima frazione della gara, è la rappresentazione plastica delle ali che il Paese vuole mettersi di piedi dopo l’anno disgraziato del Covid. Le premesse ci sono. E per una volta anche i soldi. La prima tranche del Pnrr, il Piano di resilienza e ripresa europeo, è arrivata giovedì nelle casse del Tesoro. Il Paese si può ammodernare, rendere più sicuro ed efficiente. Occorre solo crederci e andare fino in fondo. Come gli azzurri ieri..
 

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