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Mario Draghi sfotte i gufi del Covid: avevano previsto 1700 morti al giorno, realtà è un'altra

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Mario Draghi ha letteralmente disintegrato la Fondazione Bruno Kessler e il modello statistico elaborato da Stefano Merler sul Covid. Il presidente del Consiglio, nel corso dell’incontro con la stampa prima della pausa estiva, si è voluto togliere un enorme sassolino dalla scarpa contro i gufi del virus e chi aveva fatto previsioni catastrofiche in vista delle riaperture decise dal Governo per fine aprile. "Voglio ricordare che un celebrato istituto di ricerca aveva previsto per la metà di luglio tipo 1.700 morti al giorno e ce ne sono stati 7-8. È una situazione fluida, dobbiamo essere sicuri di aver fatto il possibile con i dati a nostra disposizione” la bordata di Draghi.

 

 

Il riferimento è al lavoro di Merler, matematico-epidemiologo della Fondazione Bruno Kessler che fa i conti per l’Istituto superiore di Sanità e il ministero della Salute da febbraio 2020. “Sul tavolo ci sono delle ipotesi. Se l’Rt ricresce a 1, cosa più che probabile a seguito delle riaperture, di qui al 15 luglio dovremmo continuare a fare i conti con 200/300 morti circa al giorno. Se sale a 1,1 il rischio è di un aumento costante dei decessi fino ad arrivare a metà luglio a 600 al giorno (300 al 24 giugno). A 1,25 il disastro: fino a 1.200/1.300 vittime al giorno. Ovviamente tutto ciò vale senza misure di restrizioni aggiuntive. Per semplificare in uno scenario di liberi tutti” l’analisi dell’esperto. Evidentemente Draghi non l’aveva dimenticata e se l’era legata al dito.

 

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