"Il ponte sullo Stretto di Messina si farà". Il governo rilancia il progetto: via allo studio di fattibilità
Uno studio di fattibilità per ridare vita al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Per l’opera che da anni fa discutere e divide la politica c’è un nuovo tassello. Lo ha annunciato il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, in audizione alla Camera. «Si dovrebbe procedere a redigere un progetto di fattibilità per confrontare le due soluzioni di collegamento che sono state individuate», ha detto il ministro illustrando i punti cardine del nuovo passo. Giovannini ha spiegato che «è stata fatta un’analisi dei fabbisogni guardando la domanda di mobilità pre Covid, ne risulta che i traffici dello Stretto di Messina sono rilevanti rispetto alla scala nazionale con 11 milioni di passeggeri l’anno». I tempi potranno essere più stretti di quanto ipotizzato. La prima fase del progetto di fattibilità, infatti, «potrebbe concludersi entro primavera del 2022», ha sottolineato Giovannini. E per il progetto di fattibilità tecnica ed economica è «disponibile un finanziamento da 50 milioni» con la legge di bilancio, ha ribadito. Lo studio verrà affidato a Italfer, parte del gruppo Fs. Ciò «consentirebbe di ridurre i tempi». «Possiamo fare valutazione per restringere ulteriormente questi tempi, ma il tema è complesso», ha aggiunto, indicando che comunque questa scadenza consentirebbe «di indicare nella legge di Bilancio 2003 le decisioni che il Parlamento potrà poi prendere».
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Immediata la reazione del mondo politico. Perplessità dal MoVimento 5 Stelle secondo cui questa «nuova "corsa al Ponte"» non sarebbe fondata «né su dati aggiornati, né su una seria analisi del contesto in cui si calerebbe l’opera, né tantomeno su approfondite valutazioni d’impatto sugli ecosistemi, nonostante il Parlamento abbia chiesto, con la mozione approvata lo scorso novembre, l’integrazione del gruppo di lavoro con esperti ambientali», spiega il deputato Paolo Ficara. Dubbi anche dalla siciliana Maria Flavia Timbro di LeU, per cui Giovannini non avrebbe spiegato perché la realizzazione del Ponte «sarebbe meglio rispetto ad un collegamento dinamico o perché non si lavora per rendere più strutturato quello che già c’è con costi meno gravosi per lo Stato». Per la Lega «il Mims continua a stupirci con scelte sul Ponte di Messina che superano logica e buonsenso al punto da farci pensare a una strategia per perdere tempo allo scopo di rimandare l’opera pubblica sine die», scrivono in una nota i deputati Edoardo Rixi, Alessandro Pagano, Domenico Furgiuele e Nino Germanà.
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