Green pass per lavorare? Antonella Viola lo dice forte e chiaro: "È obbligo vaccinale", gelo a In Onda
L'immunologa Antonella Viola è la protagonista della prima parte di In Onda, il programma di La7 condotto da Concita De Gregorio e David Parenzo. Nella puntata di martedì 3 agosto la professoressa ordinaria di patologia generale presso il dipartimento di scienze biomediche dell’università di Padova affronta i temi più caldi della pandemia e della campagna vaccinale.
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La domanda delle cento pistole la fa Parenzo: per quanto tempo avremmo a che fare con il vaccino? Ci sono troppe variabili che non conosciamo, risponde la Viola, a partire dalla durata della protezione ma anche per le trasformazioni del virus nei prossimi mesi e nei prossimi anni. "Lo scenario più probabile è che il virus rimanga con noi , la speranza è che i vaccini continuino a proteggerci almeno" dalle conseguenze "più severe" della malattia. Fino a quando il virus verrà "domato" diventando una semplice influenza, a patto che tutti si vaccinino.
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La discussione verte poi sul green pass, sulla possibile introduzione dell'obbligo vaccinale a scuola o al lavoro e sulla necessità di arginare il virus. "Mettere l'obbligo di green pass per lavorare di fatto vuol dire obbligo vaccinale", dice l'immunologa senza giri di parole. "Non è molto diverso, chi può rinunciare al lavoro? È una questione delicata e bisognerà trovare un compromesso" argomenta l'immunologa. La Viola va oltre: "La scelta di Draghi di avvicinarsi gradualmente all'imposizione del gren pass è quella giusta, anche perché nel frattempo dobbiamo vedere come si svilupperà la pandemia e dobbiamo comportarci di conseguenza."
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Sul tavolo anche la questione sanitaria. In questa fase dobbiamo concentrarci più sull'occupazione delle terapie intensive, rimarca la Viola, e meno sul numero dei contagi. Poi l'immunologa boccia l'ipotesi, che è già realtà di legge in altri Paesi come la Germania, di imporre una terza dose di vaccino anti-Covid. "In questo momento rifiuto il concetto di terza dose, da valutare solo in categorie dei più fragili ed esposti" osserva l'immunologa.