Furia No Tav in Val di Susa. Due agenti restano feriti nell'assalto con bombe carta, pietre e fumogeni
Un’altra giornata di passione in Val di Susa dove due poliziotti sono rimasti feriti durante gli scontri che hanno visto contrapposte le forze dell’ordine agli scalmanati No Tav. Per questioni di sicurezza è stato necessario anche chiudere l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, riaperta solo in serata. Sarebbero stati oltre 150 gli attivisti No Tav, appartenenti all’ala oltranzista, che hanno partecipato all’ennesimo assalto per protestare contro la costruzione del tunnel ferroviario. Proprio in questi giorni, nella valle, è in corso il "Festival Alta Felicità", organizzato dal Movimento che si oppone all’opera. I manifestanti sono partiti in corteo nel primo pomeriggio per quella che hanno definito la "gita al mostro" di Chiomonte. In testa lo striscione «Siamo la natura che si ribella». Una parte di loro si è poi separata dal gruppo imboccando i sentieri alti.
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Dopo aver effettuato l'abbattitura del cancello, una trentina di attivisti ha tagliato parti di concertina con le cesoie. Bombe carta, pietre e fumogeni sono stati lanciati contro gli agenti che hanno risposto con i lacrimogeni. «I manifestanti - si leggeva ieri in un post sui social dei No Tav - sono arrivati in Val Clarea con l’obiettivo di arrivare al Presidio Permanente dei Mulini». Ad attenderli, scrivono ancora i manifestanti, «il solito sbarramento della strada principale, posto a difesa del Cantiere Tav di Chiomonte e di chi lo "protegge". La determinazione di questa gita è tanta, i/le tanti/e ragazzi/e venuti/e da tutta Italia, tra cori e battiture,esprimono la loro contrarietà a questa grande opera».
"Questa volta solo una maschera antigas ha evitato il morto fra i poliziotti, ma non è detto che andrà sempre. Quella di ieri è stata una Caporetto, con i manifestanti che hanno violato il fortino delle Forze di Polizia, distrutto mezzi e attentato alla vita di almeno un uomo in divisa, che si è visto esplodere tra i piedi una bomba carta. Strategie ed armamenti in Val di Susa necessitano di una rivisitazione, in quanto lacrimogeni e idranti non funzionano in un teatro di scontri spostatosi nei boschi a ridosso del cantiere di Chiomonte. L'impressione è che i manifestanti abbiano tutta l`intenzione di alzare il livello dell'attacco, forti di un'impunità di fatto che li vede ormai da anni padroni di quella boscaglia. Non sappiamo se questa grande opera sarà mai conclusa ma quel che è certo che i poliziotti stanno pagando un prezzo di sangue inaccettabile, è giunta l`ora di cambiare registro, e penso sia inevitabile che intervenga il nostro Capo della Polizia" le parole dei rappresentanti del sindacato di polizia Consap sugli scontri in Val Susa tra No Tav e forze dell'ordine.
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