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Terza dose di vaccino, l'Italia prende tempo. Rezza apre su anziani e più fragili

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Dopo Israele, che ha deciso di iniettare la terza dose di vaccino Pfizer agli over 60, anche l'Italia studia questa eventualità. L'ipotesi è presa molto seriamente. Lo dimostrano le parole del direttore della Prevenzione del ministero della Sanità, Gianni Rezza, il quale ha spiegato che, quando verrà deciso, i destinatari della terza dose in Italia saranno gli anziani e i più fragili.

"Sulla terza dose c’è indecisione", ha spiegato l'esperto nonché membro del Cts, "non ci sono ancora delle evidenze così forti per potere dire faremo la terza dose a tutti. Alcuni Paesi come Israele hanno scommesso di puntare sulla terza dose, l’Inghilterra sta pianificando una campagna di autunno, alcuni Paesi hanno deciso di vaccinare persone immunodepresse con un richiamo. Per le altre persone fragili, anziani e operatori sanitari non si è arrivati a nessuna decisione. Credo però che le persone più fragili e anziane effettueranno un richiamo".

 

 

 

A scatenare il dibattito sia negli Usa che in Europa è stato il recente studio Pfizer contenuto nella relazione inviata alla Sec americana. Emerge che, a causa della variante Delta, la terza dose somministrata almeno sei mesi dopo la seconda, assicura una copertura anticorpale superiore di 5 volte nei più giovani e di 11 volte nei più anziani. Per Rezza, comunque, "non si sa se sarà necessario nel caso di una terza dose effettuare questo richiamo con vaccini adattati alle varianti attualmente in circolazione. Il punto è se si vaccina sarà sufficiente con i vaccini esistenti, oppure saremo costretti ad un vaccino adatto? Ci teniamo aperte tutte e due le opzioni; probabilmente se si vaccinasse oggi si utilizzerebbero i vaccini disponibili. Bisognerà valutare fra alcuni mesi, per ora non è possibile dare una risposta" ha aggiunto.

 

 

 

 

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