Massimo Galli a sorpresa, bomba sulla terza dose: "Sconcertato, imposizione politica", con chi ce l'ha
“Terza dose? Imposizione burocratica”, queste le parole di Massimo Galli intervistato da Simona Branchetti a “Morning News” giovedì 30 luglio. Il professore ordinario di Malattie Infettive nell'Università di Milano è ospite nel programma di approfondimento estivo di canale 5, per commentare le ultime notizie riguardo l’andamento pandemico.
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I contagi salgono e sebbene i ricoveri siano stabili l’ipotesi di un terzo richiamo al vaccino anti-covid è sempre più concreta. Ma in questo caso il prof. Galli appare molto scettico: “Su questa cosa della terza dose sono sconcertato nel senso che mi pare che parli molto di terza dose solo la casa farmaceutica che produce il vaccino sulla base di un numero molto limitato di dati scientifici. Non abbiamo significativi dati mi aspetto senz'altro che facendo la terza dose avrai un’impennata degli anticorpi ma il punto è: serve? O meglio serve farlo a quelli che hanno ancora una risposta immune più che accettabile? Direi che il punto è che non si vuole andare a vedere se la gente ha risposto o non ha risposto comunque si dichiara di non poterlo fare e questo secondo me è un importante errore”.
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Poi la presa di posizione netta: “Prima che mi convincano dell’opportunità di vaccinarmi con una terza dose, con un vaccino che è stato impostato su un virus che girava a marzo del 2020, bisogna che mi dimostrino che non ho una risposta immune. Altrimenti vogliamo far fare ai sanitari di tutta Italia da elementi di sperimentazione sulla terza dose su imposizione burocratica? Se sono queste le intenzioni io personalmente sono contrario”.
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Ma non finisce qui, perché l’infettivologo nel corso dell’intervista ritorna sulla questione, rincarando quanto detto prima: “La terza dose è una sparata di ordine politico. Bisogna tranquillizzare la pubblica opinione dicendo che mal che vada facciamo la terza. Una terza dose appunto di un vaccino che ti vaccina contro l'ospedale, la rianimazione e meglio ancora contro il cimitero ma non contro la possibilità di reinfettarti”. Una possibilità che oggi è dovuta all’estensione della variante Delta, in grado di sfuggire alla protezione del vaccino, sottolinea Galli. Infine, conclude durissimo: “La domanda è se non sarebbe molto più serio cercare di capire qual è lo stato effettivo delle persone che sono immunodepresse e hanno dei problemi sanitari. E per quanto riguarda gli operatori sanitari sapere se c’è una capacità di risposta immune, anche questo ce lo stiamo facendo per i fatti nostri noi medici. Chiariamo che questa sono le cose importanti altrimenti continuiamo a fare cose per imposizione che non sono utili, come ad esempio vaccinare i guariti”.