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Fabrizio Pregliasco, la sfida ai no vax: basta dire che il vaccino è sperimentale

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"Speriamo sia solo un colpo di coda". Così in un’intervista al Corriere della Sera Fabrizio Pregliasco, virologo, docente all’Università Statale di Milano su quella che per i virologi è la quarta ondata del virus.

 

"Comunque è una situazione in linea con quello che già è successo in altri Paesi, mentre noi vivevamo una sorta di luna di miele - continua l’esperto che spiega - : noi siamo stati chiusi più a lungo: chi ha riaperto prima, come Spagna e Portogallo, ha visto risalire i contagi già nelle settimane scorse. E poi c’è stata quel''eclissi di coscienza', durante i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia nell’Europeo di calcio, che ha favorito la diffusione del virus". "Va ribadito un concetto - precisa Pregliasco - che ogni contatto fra persone può potenzialmente rappresentare un rischio di contagio, anche se basso. Anche i vaccinati (che nell’88 per cento dei casi sono al riparo dall’infezione) in alcuni casi possono essere portatori del virus, nonostante la carica ridotta, e trasmetterlo agli altri". 

 

Pregliasco si scaglia anche contro i media. "Molto è da attribuire a una sorta di cacofonia dell’informazione. E passata, per esempio, l’idea che i vaccini siano sperimentali e che alcuni possano interferire con il nostro Dna. Ma non è così. Le tecnologie che hanno permesso di mettere a punto i preparati a Rna (come Pfizer, ndr) e quelli a vettore virale (tipo AstraZeneca, ndr) sono allo studio da anni. E questa confusione informativa continua",  dice il virologo.

 

L'agenzia europea del farmaco Ema "ha dato indicazioni per la vaccinazione nei giovani a partire dai 12 anni. Alcuni Paesi, però, come la Germania o la Svezia, vaccinano, al momento, soltanto i ragazzi più fragili, in attesa di avere maggiori dati sugli effetti collaterali (sono descritti casi molto rari di miocardite fra i più giovani, ndr), mentre in Italia si seguono le indicazioni dell’Ema. Vaccinare i giovani, comunque, è fondamentale per la riapertura delle scuole", dice Pregliasco che sui docenti  precisa"Li paragonerei agli operatori sanitari, soprattutto coloro che hanno a che fare con i bimbi più piccoli. Io sarei per l’obbligo della vaccinazione". 

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