chiesta l'archiviazione
"Chi deve morire?" "Gioele dato al demonio", le parole choc di Viviana Parisi
Viviana Parisi si è lanciata dal traliccio sotto il quale è stata trovata dopo aver ucciso il figlio Gioele, che potrebbe essere morto anche per cause accidentali. Nessun estraneo ha avuto alcun ruolo. La Procura di Patti (Messina) ha depositato al gip la richiesta di archiviazione per la vicenda della morte della deejay e del piccolo il 3 agosto 2020 a Caronia.
Nell'ambito della richiesta di archiviazione del procedimento contro ignoti sono emersi dettagli che motivano la decisione del pm. Come alcune registrazioni della viva voce di Viviana. "...tu o devo morire io? ...Chi deve morire qua? Dimmi un p0', chi deve morire? Deve morire qualcuno?! Devono morire i nostri genitori!! Deve morire qualcuno?!!! Perché è stato toccato qualche tasto magari troppo… troppo… troppo esplosivo, come la pentola che è esplosa?!!!" sono le parole, gridate dalla donna, registrata a sua insaputa dal marito Daniele Mondello che si trovava nella stanza accanto.
Il file audio, acquisito dalla Procura di Patti è agli atti della richiesta di archiviazione avanzata dal Procuratore Angelo Vittorio Cavallo al gip del piccolo Tribunale. "Appare indicativo delle condizioni psicologiche in cui la donna da tempo versava", dice il magistrato. "Non meno eloquente appare il contenuto del telefonino smartphone in uso alla donna - dice la Procura - i messaggi contenuti offrono testimonianza di una donna in uno stato di evidente prostrazione psicologica, bisognosa di cure mediche urgenti". Due mesi prima della scomparsa, l’8 giugno Daniele scriveva alla moglie: "Prendi le pillole, se ami tuo figlio".
Le indagini sulla vicenda che aveva colpito l'attenzione dell'opinione pubblica hanno accertato "in modo incontrovertibile" le precarie condizioni di salute mentale della donna, fanno sapere dalla procura. Viviana Parisi il 18 marzo 2020 "era stata trasportata di urgenza - scrive il procuratore Angelo Vittorio Cavallo - presso il pronto soccorso dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, con richiesta di assistenza sanitaria obbligatoria in paziente con ’riferita agitazione psicomotoria e con delirio mistico e di persecuzione'".
In quell'occasione, scrivono i magistrati, il medico del pronto soccorso intervenuto ha ricordato di aver visto Viviana sdraiata per terra, che ripeteva la frase: "Abbiamo consegnato i nostri figli al demonio!’". Tre mesi dopo la donna aveva ingerito farmaci "con chiaro intento autolesivo". oltre a mettere in pratica comportamenti singolari, come la lettura della Bibbia sul balcone di casa o nel sagrato della chiesa, in pieno lockdown, o denunciare di essere controllata da sconosciuti, anche attraverso la televisione ed il telefono cellulare, oppure ritenendo di essere pedinata da macchine di grossa cilindrata. Tutti elemente che per i magistrati provano l'instabilità psicologica della donna ritenuta responsabile di omicidio suicidio.