incredibile disparità
Vaccino, gettoni d’oro per i medici negli hub. Solo le briciole a quelli di base
Continuano a volare i camici bianchi nella campagna vaccinale per il diverso arruolamento dei medici e le conseguenti disparità di trattamento nelle remunerazioni. Se ne contano almeno 5 diverse, infatti, nel menù à la carte che va da un minimo di 6 ad un massimo di 80 euro. Ma due tariffe sono però calcolate per singola inoculazione (6,16 euro per ogni iniezione ai medici di famiglia e 12 euro ai farmacisti) e altre 3, invece, a gettoni: dal «compenso orario omnicomprensivo» di 40 euro per neolaureati e specializzandi ai 60 euro per le prestazioni aggiuntive rese dai medici ospedalieri o delle Asl in regime libero-professionale fuori dall’orario di lavoro, fino agli 80 per i camici bianchi in pensione riarruolati. Da mesi i principali sindacati dei medici di famiglia sparano contro la «hubbite», cioè il processo di moltiplicazione degli hub nella Regione Lazio, come denunciato dalla Fimmg, che a più riprese ha chiesto «quanto costi in termini di denaro pubblico e di personale mantenere un siffatto sistema di vaccinazione». Contro cui si è sempre schierato anche lo Smi: «Vogliamo vedere chi lavorerà negli hub vaccinali? Forse solo i medici del bando Arcuri a 60 euro per inoculazione?».
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In principio, infatti, la somministrazione delle dosi era stata impostata ricorrendo proprio alla «somministrazione di lavoro» di medici ed infermieri delle agenzie interinali. Il bando dell’allora commissario straordinario per l’emergenza-Covid, Domenico Arcuri, reclutò nel dicembre scorso tremila medici e 12mila infermieri per tutta Italia. Con un «costo mensile pro capite comprensivo di oneri riflessi calcolato su 13 mensilità di 6.538 euro per il profilo professionale medico e 3.077 per quello di infermiere». Ma quelli “noleggiati” per il Lazio non sono bastati. Così le varie Asl hanno iniziato ad ingaggiare anche i propri medici fuori dall’ordinario orario di lavoro, in regime di attività aggiuntiva libero-professionale con gettoni orari da 60 euro. Nell’Asl Roma 5, ad esempio, da subito «la carenza di personale medico vaccinatore reclutato per la campagna vaccinale» si è rivelata «non sufficiente a coprire i turni presso tutte le sedi vaccinali aziendali che necessitano, per il corretto svolgimento delle attività, di circa 55 medici al giorno». A fronte «di un monte ore pari a 807 di medici vaccinatori arruolati con manifestazione di interessi del Bando Arcuri».
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Così ci sono medici ospedalieri che hanno finito anche per raddoppiare i propri stipendi: un camice bianco è arrivato ad accumulare 86 ore di prestazioni aggiuntive nel maggio scorso e 96 a giugno per un compenso lordo extra complessivo di 10 mila e 920 euro. Ma il picco si raggiunge con i medici in pensione, che hanno gettoni «da 80 euro l’ora». Sempre nell’Asl Roma 5 c’è un anestesista siciliano ingaggiato «per 38 ore a settimana fino al perdurare dello stato di emergenza epidemiologica da Covid, fissato alla data del 31/12/2021». L’anestesista è stato richiamato in servizio per fare la «formazione e l'addestramento sul campo in biocontenimento», con un costo mensile di 12mila e 160 euro, però è stato anche inviato come capo-vaccinatori per l’apertura dell’Hub di Monterotondo, inaugurato il 24 giugno scorso. E così i medici di famiglia ancora non digeriscono le condizioni riconosciute loro dalla Regione: se l’ambulatorio vaccinerà «almeno il 60%» della quota dei propri assistiti percepirà un «contributo straordinario per la funzione connessa di 1,50 euro per ogni vaccinato», fino a salire a «2 euro tra il 60% e l’80% e di 2,50 euro oltre l’80%».