Perché è morto Giuseppe De Donno. Meluzzi all'attacco, il sospetto atroce
La morte di Giuseppe De Donno continua a far discutere e solleva non pochi interrogativi. Il medico di Mantova famoso per aver curato molti pazienti gravi affetti da Covid grazie al plasma iperimmune, ovvero il sangue ricco di anticorpi dei guariti dal coronavirus, è stato trovato senza vita ieri, nella sua casa, in cui si sarebbe suicidato. Da pochissimo aveva abbandonato l'ospedale di Mantova e la ricerca, ed era tornato a fare il medico di base.
Giuseppe De Donno trovato morto: "Suicidio". Era il padre della cura al plasma
A lanciare pesanti sospetti è il tweet inquietante di Alessandro Meluzzi. Lo psichiatra, schierato da tempo sul fronte del negazionismo più spinto, rilancia sui suoi profilo social l'immagine di un'infermiera con gli occhi coperti da una mascherina improvvisata, in realtà si tratta di una banconota da 500 euro. Messaggio esplicito, comunque corredato da un commento altamente infiammabile: "De Donno è morto perché non era uno di loro, ma non illudetevi, potete uccidere un uomo ma non le sue idee", è il cinguettio di Meluzzi.
Il suicido di De Donno sta generando teorie e complotti in rete. Molti utenti stanno commentando la tragica scomparsa del medico 54 enne che lascia moglie Laura e due figli: Martina, ed Edoardo.
"Così lo hanno ucciso" Red Ronnie, lo sfogo choc per la morte di De Donno
La giornalista Maria Giovanna Maglie, ha puntato il dito contro i virologi e i colleghi scienziati che hanno calunniato o offeso in televisione e sui social De Donno. "Troppe calunnie, insulti, irrisione dei colleghi da talk tv col sopracciò. Gli stessi che ci impongono il greenpass", ha cinguettato.
Tra i primi a commentare la vicenda Red Ronnie, lo storico conduttore di Roxy Bar che recentemente aveva intervistato il medico mantovano. "Lo hanno lasciato solo, e così lo hanno uccisso" è il duro sfigo di Gabriele Ansaloni che è andato in diretta su Facebook appena ha appreso la morte del medico. "Avete rotto il ca**o" ha detto rivolto a qualcuno, Red Ronnie.