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La grande fuga dei migranti: dalla Tunisia all'Italia con rischio collasso

Il caos politico in Nord Africa ha portato all'esodo di massa. Si temono anche 80mila sbarchi

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Scoppia il caos politico in Tunisia e si moltiplicano a dismisura gli  sbarchi a Lampedusa e in altri punti di approdo nel Sud Italia, spingendo le autorità locali a chiedere al governo nuovi e tempestivi accordi con il Paese del Nord Africa. Secondo fonti di stampa tunisine, migliaia di cittadini - fino a 15 mila - sarebbero pronti a lasciare il Paese e ad attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Italia. Ma il timore è che si riveda un film già visto nel 2011 quando sulle coste italiane sbarcarono quasi 80mila persone.

Di fatto, i dati Frontex relativi al primo semestre 2021 hanno già registrato un trend in netto aumento dei flussi in partenza dalla Tunisia - ma non solo - dopo il netto rallentamento del 2020 a causa delle restrizioni per la pandemia di Covid-19. Numeri alla mano, l’Agenzia Ue della guardia di frontiera e costiera ha riscontrato una crescita degli arrivi illegali alle frontiere esterne dell’Ue del 59% rispetto allo scorso anno, con in tutto oltre 61 mila ingressi. Nel solo mese di giugno sono stati 11.150, segnando un aumento del 69% rispetto a giugno 2020. Un’impennata degli arrivi di migranti attribuita alla ripresa delle attività dei trafficanti in Tunisia - anche in Libia - lungo la rotta del Mediterraneo centrale, percorsa il mese scorso da 4.700 persone, il doppio rispetto allo stesso mese nel 2020.

Lo scorso maggio la questione migratoria tunisina è stata al centro della seconda missione del ministro dell’Interno Lamorgese e dei rappresentanti Ue a Tunisi, durante la quale sono state tracciate le prime linee guida su rimpatri, smantellamento delle reti di trafficanti, in vista di un grande accordo di partenariato strategico fra l’Unione europea e la Tunisia, che dovrebbe intervenire non prima di fine anno. Quella missione ha visto l’attivazione immediata - secondo quanto annunciato dalla titolare del Viminale - di una «linea diretta dedicata» con l’Italia per segnalare i «bersagli» ovvero i natanti che partono e dovrebbero venire intercettati e riportati indietro. Il governo italiano ha anche ribadito «il comune interesse dell’Italia e della Tunisia a smantellare il business criminale dei trafficanti di migranti».

In cambio della collaborazione Roma dovrebbe sostenere finanziariamente la ripresa economica della Tunisia, «incentivando lo sviluppo delle realtà economiche, con l’obiettivo di dare speranza al futuro dei giovani tunisini» ha sottolineato Lamorgese. La collaborazione tra autorità tunisine e italiane sulla gestione dei flussi migratori è stata presentata come un possibile modello da attuare poi su scala Ue, ma finora non ha prodotto risultati tangibili e il caos politico-istituzionale in Tunisia rischia di complicarne ulteriormente l’attuazione. 

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