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Sesso e milioni, scandalo per re Juan Carlos. L'ex amante lo denuncia: mi faceva spiare dai servizi segreti

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Bufera su Juan Carlos. L'ex re di Spagna è stato querelato da quella che era la sua amante all’Alta Corte di Londra. Le accuse non sono lievi, si parla di molestie ma anche di spionaggio.  

Lex monarca infatti, secondo la denuncia, avrebbe messo Corinna zu Sayn-Wittgenstein - questo il nome della donna -  illegalmente sotto sorveglianza in Gran Bretagna, per di più con la collaborazione fattiva dei servizi segreti spagnoli. A quanto scrive il Financial Times, la denuncia è stata presentata lo scorso dicembre, ma resa pubblica solo questo lunedì.

 

A quanto riferisce il tribunale, la donna accusa Juan Carlos di molestie "dal 2012 fino ad oggi" tra cui "minacce e diffamazioni" nonché, e qui arriva l'accusa più pesante, una sorveglianza "illegale" che veniva realizzata "sia sotto copertura che apertamente" da alcuni agenti alle dipendenze dell’ex monarca e dell’intelligence spagnola.

In virtù delle accuse mosse, Corinna zu Sayn-Wittgenstein ha chieso danni materiali e un ordine restrittivo nei confronti di Juan Carlos.

 

L'ex monarca, che ha abdicato nel 2014, respinge ogni addebito anche se i suoi legali, sottolinea Ft, non hanno ancora depositato una memoria difensiva. Circostanza che potrebbe precedere una battaglia sulla giurisdizione di un eventuale procedimento dato che Juan Carlos  non vive in Gran Bretagna e ai tempi era re di Spagna. 

Dietro alla vicenda anche motivi economici. La donna ha parlato di immense somme di denaro e "doni" fatti e poi reclamati.

Nel 2012 Juan Carlos avrebbe versato a Sayn-Wittgenstein la ragguardevole cifra di 65 milioni di euro facendo ricorso, peraltro, ad un dono di 100 milioni di dollari che l’allora re saudita Abdullah aveva a sua volta fatto al monarca spagnolo nel 2008. Nell’atto di denuncia, la donna afferma che all’epoca Juan  Carlos le aveva detto di voler "assicurare un sostegno a lei e ai suoi figli" ma anche che era "preoccupato che la sua famiglia avrebbe contestato qualsiasi cosa che lui le avrebbe lasciato nel suo testamento, dopo la sua morte".

 

Ma ad un certo punto il re le avrebbe chiesto indietro il denaro o comunque "di metterlo a sua disposizione". Al rifiuto di Corinna, il monarca l’aveva accusata di aver "rubato" i fondi, arrivando a diffamarla sia dinnanzi alla sua stessa famiglia come anche di fronte ai suoi interlocutori di affari, ivi compresi il re saudita Salman ed il principe Mohamed bin Salman; con l’effetto di provocare gravi perdite -denuncia sempre lei- nelle sue entrate professionali in quanto "consulente strategica che collabora con aziende leader in tutto il mondo".

Non è chiaro quanto Corinna zu Sayn-Wittgenstein intenda chiedere in quanto a danni (si parla comunque di una cifra nell’ambito delle decine di milioni di euro), mentre la richiesta restrittiva è volta ad impedire a Juan Carlos ed ai suoi agenti di "mettersi in comunicazione con lei, di incettarla, fare dichiarazioni diffamanti e molestarla, mantenendosi come minimo a 150 metri dalle sue residenze".

In questo ambito sarebbe scattata la "sorveglianza fisica" denunciata ma anche controlli telefonici, hackeraggio e via dicendo. 

Ma chi è Corinna Larsen, poi zu Sayn-Wittgenstein, nobile tedesca? La donna assunse agli onori della cronaca grazie ad un safari nel Botswana proprio in compagnia dell’ex re spagnolo, viaggio che fu al centro di uno scandalo e di vibranti proteste da parte degli animalisti spagnoli. Nell’occasione, il re l’aveva anche presentata come membro del proprio entourage ai delegati stranieri. Nel 2012, Corinna venne scelta dalla principessa Charlene di Monaco come consigliera personale e consulente per la sua immagine. Secondo i tabloid, tale decisione sarebbe stata motivata dalla propensione di Sayn-Wittgenstein - che è stata anche nominata delegata del principe Alberto II come rappresentante del Principato per le relazioni estere - alle attività di beneficenza. Corinna nel 2000 sposò il principe tedesco Johann Casimir zu Sayn-Wittgenstein-Sayn, continuando a fregiarsi del titolo e del cognome anche dopo il loro divorzio.

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