Coffee break, “parole abnormi”. Il costituzionalista Ainis disintegra Ilaria Capua sulla proposta choc
La discussione sul green pass arriva a coinvolgere anche esperti della Costituzione vista la delicatezza della scelta del governo di Mario Draghi. A Coffee Break, programma di La7 condotto da Andrea Pancani, si discute della norma nella puntata del 26 luglio e viene chiesto un parere a riguardo a Michele Ainis, costituzionalista e scrittore italiano, componente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato. “C’è confusione - l’esordio in collegamento - sulla qualificazione del green pass, qualcuno lo considera un obbligo, un requisito, un consiglio, in realtà è una misura coattiva o coercitiva. Sulla Costituzione la salute viene declinata non soltanto come interesse individuale, ma collettivo. Questo interesse collettivo giustifica per esempio la quota di rischio che ciascuno corre nel farsi somministrare il vaccino. Il sacrificio degli effetti collaterali si giustifica con la protezione di tutti gli altri. Anche il green pass è un sacrifico richiesto nell’interesse generale. Io sacrifico alcuni diritti”.
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“Se sono privo di green pass - sottolinea Ainis, editorialista di Repubblica - non posso esercitare alcuni diritti secondari, perché attengono al tempo libero, come andare in piscina, ad una sagra, ad una fiera o la partita della domenica. Se accetto la somministrazione del vaccino devo poi esibirlo e quindi espongo un dato sensibile, riguarda la mia salute, quindi rinuncio al diritto alla privacy. Questo è il quadro generale e in questo la liceità di ogni misura restrittiva dipende dalla situazione di fatto e dal tipo di diritto che viene messo in gioco. Se c’è una situazione tragica, come un anno fa, con ospedali pieni e centinaia di morti, è stato legittimo il lockdown duro, sacrificando molto di più di quanto preveda oggi il green pass. Se c’è una situazione di allarme e di non emergenza assoluta, che mi pare la situazione attuale, è giusto, soprattutto per spronare i riottosi a vaccinarsi, comprimere alcuni diritti secondari. Ma in questa situazione avrei qualche dubbio se invece si aggrediscono alcuni diritti fondamentali come la scuola, la mobilità e il lavoro”.
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Poi il costituzionalista fa letteralmente a pezzi la virologa Ilaria Capua, al centro delle polemiche per le sue parole su coloro che non si vogliono vaccinare: “È una guerra di religione intorno allo strumento, no-vax e pro-vax combattono con le sciabole sguainate. Mi ha fatto saltare sulla sedia leggere Ilaria Capua che ha detto 'il no vax si paga le cure ospedaliere se si ammala'. Questo è abnorme, c'è bisogno di attestarsi su una linea mediana per bilanciare diritti e sensibilità in gioco”. Colpita e affondata.