Vaccino, gli esperti ne sono certi: in caso di contagio protegge anche dal long Covid
L’Istituto Superiore di Sanità è costantemente al lavoro per verificare gli effetti del vaccino e la ricerca si è ora concentrata sul long Covid. “I disturbi dell’infezione possono prolungarsi con un eterogeneo complesso di manifestazioni cliniche subacute e croniche che precludono un pieno ritorno al precedente stato di salute” la spiegazione sulla malattia a lungo termine, che però può essere evitata grazie al vaccino. A riportare lo studio è Il Messaggero, che spiega che in caso di tampone positivo per un soggetto vaccinato non ci saranno però strascichi del Covid.
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All’analisi sta partecipando anche la Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg), con il presidente Claudio Cricelli che spiega lo stato della ricerca: “Stiamo osservando se un vaccinato che si ammali di Covid può avere teoricamente una forma di Covid prolungato. Anche se, a nostro parere, dall'osservazione che abbiamo in questo momento è improbabile”. Sulla stessa lunghezza d’onda è pure Roberto Luzzati, professore di Malattie infettive dell'Università di Trieste: “I presupposti dell’assenza di long Covid ci sono tutti anche se non ci sono ancora dati solidi per poterlo affermare. Ricordiamo che il long Covid nel non vaccinato ha un'incidenza elevata, tra il 40 e il 50 per cento. Le persone vaccinate, invece, generalmente non sviluppano la malattia, se non in forma asintomatica oppure lieve, e ancora di meno il long Covid”.
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Roberto Giacomelli, direttore di Immunologia clinica e reumatologia del Policlinico universitario Campus Bio-medico di Roma, ribadisce il concetto: “In genere, oltre il 90 per cento delle persone che si infettano dopo le due dosi di vaccino hanno una forma molto lieve o addirittura totalmente asintomatica. Quindi è praticamente quasi impossibile che possano sviluppare un long Covid. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, non si accorgono nemmeno di aver avuto l’infezione. Noi stiamo osservando parecchie persone che si infettano anche dopo due dosi. Il problema è che se ne accorgono solo perché fanno un tampone. Ma il 99 per cento di queste persone hanno una forma totalmente asintomatica”.
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