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Matteo Salvini alla fine si vaccina, ma grida sui nuovi obblighi: green pass bocciato

Dario Martini
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Matteo Salvini si è vaccinato contro il Covid. Non lo ha annunciato apertamente. Anzi, inizialmente non lo ha proprio detto. Ma ha fatto un tweet con gli indizi necessari per scoprirlo. «Salute, lavoro e libertà devono stare insieme - ha scritto - A volte nei palazzi della politica combattiamo da soli, ma il sostegno di milioni di Italiani ci regala forza e coraggio. Vi si vuole bene Amici». Poi ha pubblicato la sua foto sorridente mentre prende un caffè. Sul tavolo, davanti a lui, ha appoggiato la mascherina. Sotto, un foglio con un codice digitale. È la prova dell’avvenuta vaccinazione. La polemica col presidente del Consiglio non si è ancora raffreddata. Le parole di Mario Draghi («l’appello a non vaccinarsi è l’appello a morire») non sono neanche di 24 ore prima. In realtà, il leader della Lega non ha mai chiesto nessuno a non vaccinarsi. Il premier, però, ha usato queste parole proprio rispondendo a una domanda di un giornalista che gli aveva letto le ultime dichiarazioni di Salvini.

 

 

Ieri pomeriggio il segretario del Carroccio ha scelto di chiarire ancora una volta il suo pensiero: «Ognuno deve essere libero di scegliere come curarsi. Io invito alla vaccinazione, non obbligo nessuno. Che titolo ho a costringere un quindicenne, in buona salute e senza malattie, a vaccinarsi?». Poi, ha parlato della sua di vaccinazione: «Ho fatto una libera scelta, non ho diritto di imporre nulla a nessuno». Nessuna polemica neanche col premier: «Non commento le parole degli altri e non commento le parole del presidente del Consiglio. Non l’ho sentito, ma il mio telefono è sempre acceso». Il suo giudizio sul certificato, però, resta sempre lo stesso: «Mi domando una cosa, se il green pass funziona e limita il contagio nei ristoranti e nelle palestre, perché tenere chiuse le discoteche? C’è qualcuno che, ideologicamente, odia i giovani, il divertimento e la libera impresa, perché altrimenti non si spiega come tutto riapre, si impone il green pass alla baita a tremila metri sulle Dolomiti, ma ballare in spiaggia, nelle Marche o a Riccione, non è possibile».

 

 

Se lui ha preferito non polemizzare direttamente col capo del governo, fonti della Lega, invece, hanno fatto filtrare «la profonda irritazione» che serpeggia nel partito, «a cominciare proprio da Matteo Salvini». Hanno ricordato che «il green pass non è richiesto per i trasporti o per lavorare», proprio «grazie all’impegno della Lega». Senza contare «le grida di dolore di troppi ristoratori e operatori turistici, per non parlare di intere famiglie che non riusciranno ad adeguarsi per tempo ai nuovi criteri». La Lega, o almeno alcuni suoi esponenti, scenderanno in piazza al fianco di chi protesta. Mercoledì il fronte del «no green pass» farà una fiaccolata a piazza del Popolo a Roma. Un evento annunciato sui social dal Comitato Libera scelta, che, a quanto apprende AdnKronos, potrebbe vedere la partecipazione di Armando Siri, Alberto Bagnai, Claudio Borghi e Simone Pillon. Infine, lo scontro sul certificato verde ha avuto l’effetto di riavvicinare, almeno su questo tema, la Lega a FdI. Giorgia Meloni non ha usato parole tenere nel commentare la conferenza di Draghi: «Nel rivolgersi agli italiani ha usato parole di terrore. Nonostante i dati delle terapie intensive siano ampiamente sotto controllo, il green pass è diventato il nuovo mantra da imporre. Il resto non conta».

 

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