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I virologi si improvvisano giuristi e continuano a fare danni nel nome del fanatismo

Gianluigi Paragone
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Virologi che diventano giuristi: questa mi mancava. Per fortuna ci ha pensato Roberto Burioni con due cinguettii degni della sua laurea in legge alla Fazio Academy. «Che un’emergenza non consenta di superare lo stato di diritto è una opinione, rispettabile ma pur sempre una opinione». E ancora: «Il Tar della Lombardia ha rimandato a settembre la decisione sulla sospensione dei sanitari non vaccinati, che quindi continuano a lavorare mettendo a rischio la salute dei loro pazienti. È inaccettabile». Burioni è soltanto uno dei tanti esperti in camice bianco che, nell’illusione del mondo formato talk show, pensa di indossare la toga. Poi ci sono quelli che vogliono che le scuole aprano solo ai bambini e agli adolescenti vaccinati; ci sono quegli altri che tifano per il licenziamento degli insegnanti che non si vaccinano e magari pure qualcuno che nella pubblica amministrazione si è avvalso della opzione di non vaccinarsi ma comunque deve pagare perché i dipendenti pubblici sono troppi e sfaticati. Infine c’è Confindustria che siccome non è riuscita a licenziare prima del tempo i lavoratori in esubero coglie la palla al balzo del vaccino per regolare qualche conto.
 

 

Ci sono anche quelli che vorrebbero far pagare una tassa in più a chi non si vaccina in ossequio a non si sa bene quale principio fiscale, se non quello che i cosiddetti No Vax debbano essere puniti: qualcuno forse dovrebbe spiegare a certi professionisti che ci sono loro colleghi che evadono cifre da capogiro con prestazioni in nero. Altro che un obolo per il disturbo. Infine ci sono quelli che «Chi non si immunizza deve almeno pagare i danni che provoca» dimenticando due cose: la prima è che il vaccinato può infettare tanto quanto un non vaccinato; la seconda - più importante - che chi si immunizza e dovesse subire un danno da vaccino non può appellarsi a nessuno per il risarcimento. Ci torneremo. Ciò che stiamo vivendo e vedendo spesso coincide con la notte del diritto, altro che stato di emergenza che deve coprire lo stato di diritto. Ci sono ingiustizie che si consumano nel fanatismo di chi rivendica di essere dalla parte della Ragione per definizione. 

 

 

Peccato che la Ragione zoppichi alquanto: vaccini che seminano il panico per colpa di pessime informazioni partite dalle stesse aziende; dosi vaccinali che ballano tra una, due e tre come le buste che la Ciuffini dava a Mike Bongiorno; Green Pass a due livelli giusto per non dimenticare che l’ufficio Complicazioni degli affari semplici è aperto h24; follie organizzative tra app e carte delle asl spesso in contraddizione tra loro. E infine l’ultima di ieri: la memoria immunitaria per chi ha fatto il Covid passa da sei a dodici mesi. Evviva, noi lo scrivevamo da settimane ma anche qui… fiato sprecato. Il buio del diritto, infine, raggiunge il punto più oscuro proprio sul by-pass creato da un certificato che costringe alla vaccinazione senza l’obbligo vaccinale. Un capolavoro di ipocrisia: se non ti vaccini non puoi lavorare, non puoi girare, non puoi insomma avere vita sociale; ma se ti vaccini ti assumi pienamente il rischio di un farmaco sul quale nessuno - dalle case farmaceutiche al governo - si prende la minima responsabilità in caso di danno. E c’è ancora qualcuno che si domanda perché il fronte del dissenso si allarga.
 

 

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