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Covid, i presidi in pressing sul governo: «Vaccino obbligatorio per i docenti della scuola»

Alessandro Banfo
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I presidi «votano» per l’obbligo vaccinale, mentre nel governo il dibattito è ancora in corso, seppur con una priorità: tornare in presenza a settembre. Il nuovo anno scolastico è ormai alle porte, ma la situazione della scuola italiana è ancora un rebus e non è esclusa l’ipotesi del Certificato verde in caso di focolai. I sindacati incontreranno oggi e martedì il ministro per discutere della riapertura e intanto arriva la presa di posizione del presidente dell’Associazione Nazionale presidi Antonello Giannelli: «Vedo con favore la possibilità che, qualora non si arrivi in tempi molto rapidi, in pochi giorni, ad abbattere quel numero di non vaccinati, allora si possa prendere in considerazione una misura di obbligo». Sulla stessa lunghezza d’onda l’Andis (l’Associazione nazionale dirigenti scolastici), che chiede al Governo di assumersi quanto meno la responsabilità di determinare l’obbligo del Green Pass per il personale della scuola, opzione che l’esecutivo sta valutando con attenzione.

 

 

Nel Cdm di oggi non dovrebbe essere inserita la norma che regola l’eventuale obbligo di immunizzazione ma, come ammette la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra, «per quanto riguarda gli insegnanti e il personale scolastico in generale il dibattito è aperto». Dopotutto la raccomandazione del Cts al Ministero dell’Istruzione, che aveva chiesto un parere sui nodi della riapertura, era stata chiara: vaccinare tutto il personale scolastico, docente e non docente, prima dell’inizio dell’anno ma anche, gradualmente, i ragazzi. «Come governo lavoriamo da alcuni mesi per la riapertura della scuola dopo la pausa estiva. I provvedimenti sono in fase di preparazione nei prossimi giorni e avremo un’interlocuzione con la Conferenze delle Regioni per i provvedimenti», ha spiegato ieri al Question time il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims), Enrico Giovannini.

 

 

In Viale Trastevere l’obiettivo è sempre lo stesso da mesi: tornare in presenza per dimenticare l’incubo della Dad. «Bisogna lavorare fin da ora affinché a settembre tutti i ragazzi tornino in classe», è il monito non casuale di Roberto Fico, presidente della Camera, nel corso della cerimonia di consegna del Ventaglio da parte dell’Associazione stampa parlamentare. Le criticità, però, rimangono quelle del 2020. «I nodi sono gli stessi dell’anno scorso, con un grave ritardo. Ci ritroviamo con le stesse necessità: serve organico aggiuntivo per permettere lo sdoppiamento delle classi, abbiamo bisogno di più spazi e affrontare il nodo dei trasporti», avvisa preoccupato a a LaPresse Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil. Dal Pnrr arriva una grossa mano: 600 milioni di euro alle Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano per l’acquisto di nuovi autobus ecologici per il trasporto pubblico locale e 260 milioni per potenziare e rinnovare le ferrovie gestite dalle Regioni. Un modo per decongestionare il trasporto da settembre in poi ed evitare che l’afflusso dei ragazzi in classi comporti un effetto contagio indiretto.

 

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