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Ecco quali sono le regioni che rischiano di finire in zona gialla con le nuove regole

Dario Martini
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Il governo è al lavoro per definire i nuovi criteri che assegnano il colore, e i relativi divieti, alle regioni. La volontà è quella di dare maggior peso al tasso di ospedalizzazione, ovvero al numero di ricoveri causati dal virus. È ciò che chiedono da giorni i governatori, cercando di scongiurare un passaggio in zona gialla dei loro territori attualmente tutti in bianco. Un rischio concreto se il parametro principale continuasse ad essere costituito dall'indice Rt, che calcola la trasmissibilità del virus, o dal numero di contagiati rispetto alla popolazione.

 

Ecco allora che, invece, si passerà al giallo se l'occupazione dei posti Covid negli ospedali dovesse risultare superiore al 5% nelle terapie intensive e al 10% nei reparti ordinari. Allo stato attuale, nessuna regione oltrepassa queste soglie. Ce ne sono alcune, però, che rischiano più di altre. A partire dalla Toscana che, in base alle ultime rilevazioni dell'Agenas (l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), ha un tasso di occupazione del 4% nelle terapie intensive e del 2% nelle aree mediche. Nel Lazio questi parametri sono rispettivamente 3 e 2%, in Sicilia 3 e 5%, in Calabria 3 e 6%, in Campania 2 e 5%. Le altre regioni sono tutte messe meglio.

I governatori fanno molto affidamento sulla campagna vaccinale che, nonostante l'aumento dei contagi, sta garantendo fino una pressione limitata sugli ospedali. Per fare un esempio, l'infettivologo Matteo Bassetti, fa sapere che al policlinico San Martino di Genova, «nelle ultime 24 ore ci sono stati tre nuovi ricoveri di pazienti Covid (dopo giorni di assoluta calma) rispettivamente di 39, 40 e 51 anni, di cui due molto gravi. Tutti e tre sono non vaccinati. E da maggio ad oggi - sottolinea - abbiamo ricoverato in ospedale unicamente persone non vaccinate. Non vaccinarsi equivale a mettere a rischio la propria vita e quella delle persone che abbiamo intorno. Vale per tutte le fasce di età: nessuna esclusa».

 

Le regole della zona gialla, diversamente da quella bianca, prevedono un tetto massimo di posti a sedere tra non conviventi nei bar e nei ristoranti e l'obbligo della mascherina anche all'aperto. Nulla cambia, invece, per gli spostamenti tra regioni, a meno che alcune zone non diventino addirittura arancioni o rosse. I nuovi parametri dovrebbero essere ufficializzati tra pochi giorni. Oggi è prevista la conferenza delle regioni, mentre domani si terrà la cabina di regia con il premier Draghi e le forze di maggioranza. Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che rappresenta tutte le regioni, fa notare che «se sono corretti i dati che arrivano dalla Gran Bretagna, ovvero che il vaccino riduce drasticamente il rischio di malattia grave, quindi l'ospedalizzazione, di fatto il coronavirus si ridurrebbe a un'influenza, seppur forte. Perché il dramma della pandemia - ricorda - è stata la saturazione degli ospedali. Che danneggia anche le persone con altre patologie».

I dati degli ultimi giorni gli danno ragione. I contagi sono in aumento, ma l'impatto sugli ospedali non sta preoccupando.  Nel bollettino di ieri, il ministero della Salute ha registrato sette morti per Covid, poco più di duemila nuovi casi e un tasso di positività al 2,3 per cento.

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