nei guai
Loggia Ungheria, l'ex pm Davigo indagato per il caso dei verbali di Amara: "Rivelazione di segreto d’ufficio"
Che il materiale fosse scottante, troppo scottante si era capito. Adesso Piercamillo Davigo, l'ex pm di Mani Pulite, è indagato a Brescia per rivelazione di segreto d'ufficio nell'inchiesta sul caso dei verbali di Piero Amara. La notizia è un'esclusiva del Corriere della Sera che ricostruisce l'intera vicenda: Davigo adesso è indagato per rivelazione di segreto d’ufficio sul caso dei verbali di Amara sulla “loggia Ungheria”.
Nell'aprile 2020, quando Davigo era ancora consigliere del Csm, il magistrato aveva ricevuto dal collega milanese Paolo Storari i verbali segreti resi in Procura a Milano da Amara, ex avvocato di Eni, allo stesso Storari e al procuratore aggiunto Laura Pedio. In quelle carte tra le pagine di quei verbali erano spuntati anche nomi e dettagli legati appunto alla loggia Ungheria, una presunta associazione segreta che da 30 anni riunirebbe giudici, avvocati, imprenditori e politici di primo piano, e sarebbe in grado di condizionare nomine e affari. Amara parlava infatti di una associazione segreta di toghe e alte cariche dello Stato e Storari aveva consegnato tutto a Davigo perché qualcuno iniziasse a indagare su quelle dichiarazioni.
Ma i verbali non finirono mai sul tavolo del Csm in via ufficiale. Davigo ne aveva però parlato al vicepresidente David Emini, al procuratore generale e il presidente della Cassazione, Giovanni Salvi e Pietro Curzio e al presidente della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra. Secondo i magistrati bresciani, non coincidono le versioni date su quei colloqui da Davigo, Ermini e Morra e ora Davigo è indagato per rivelazione di segreto d'ufficio.
L'inchiesta è partita dopo il lunghissimo interrogatorio durato quattro ore per spiegare, carte alla mano, perché nell'aprile del 2020 Storari avesse deciso di consegnare i verbali secretati dell'avvocato Piero Amara all'allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo. E di farlo brevi manu, in una Milano deserta e in pieno lockdown, invece di inviare un plico riservato al consiglio di presidenza dell'organo di autogoverno della magistratura, come richiederebbe la procedura.
Un interrogatorio lungo, nel quale il pm Paolo Storari aveva "chiarito la sua posizione" davanti al procuratore di Brescia Francesco Prete, che lo ha indagato per rivelazione di segreto d'ufficio proprio per aver consegnato quei verbali pieni di informazioni sensibili e secretati all'ex pm di Mani Pulite. Adesso anche Davigo è indagato, i pm hanno sentito il vicepresidente del Csm e sette consiglieri come persone informate sui fatti nell’inchiesta per rivelazione di segreto d’ufficio.