l'ex senatore grillino
Elio Lannutti e il post sui Savi di Sion, archiviato il procedimento per odio razziale: "Nessun reato"
È stato archiviato dal giudice per le indagini preliminari di Roma il procedimento per diffamazione aggravata contro Elio Lannutti, senatore ex M5s e ora nel gruppo misto. Una gogna mediatica di quasi 30 mesi per un tweet sui Savi di Sion prontamente rimosso il giorno dopo con relative scuse ma andata avanti per mesi su talk, radio e mass media contro il parlamentare. A sporgere querela era stata la presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello che aveva denunciato i post social in cui, il 20 gennaio del 2019, Lannutti aveva citato i “protocolli dei Savi di Sion” come manifesto per “soggiogare e dominare il mondo” redatto dal “Gruppo dei Savi di Sion” e da “Mayer Amschel Rothschild, l’abile fondatore della famosa dinastia che ancora oggi controlla il Sistema Bancario Internazionale”. Un documento falso risalente ai primi anni del Novecento e creato dalla polizia segreta dello zar per fomentare l’odio razziale contro gli ebrei.
Lannutti, dopo le accuse di antisemitismo e odio razziale, non solo aveva cancellato i post il giorno dopo ma si era subito scusato affermando di non avere “alcuna volontà di offendere alcuno. Condividere un link non significa condividere i contenuti, da cui comunque prendo le distanze”. "La finalità della gogna - denuncia oggi l'ex grillino - era di impedirmi di presiedere la commissione di inchiesta sulle banche, per il terrore che avrei scoperchiato sepolcri imbiancati, da Banca Etruria al buco nero di Mps, che ha bruciato 60 miliardi di euro".
Scrive il pm Enrico Amelio nella richiesta d'archiviazione avvenuta a febbraio 2020: "Le espressioni utilizzate risultano prive di espressioni offensive, non risolvendosi in alcun modo in un attacco personale e gratuito". E ancora: "Ritiene questo ufficio la non sussistenza dell’ipotizzato reato” in quanto “le espressioni utilizzate risultano prive di espressioni offensive, non risolvendosi in alcun modo in un attacco personale e gratuito” e perciò “la condotta dell’indagato si inquadra nel diritto di critica“. Nell'udienza del 15 luglio scorso la Procura di Roma ha definitivamente archiviato il procedimento che la comunità ebraica aveva impugnato dopo la sentenza non sussistenza dell’ipotizzato reato. Inoltre “le affermazioni o condivisioni di post da parte dell’onorevole Lannutti, in qualità di senatore della Repubblica risulterebbero in ogni caso coperte dalla causa di non punibilità di cui all’articolo 68 della Costituzione”, cioè dall’immunità parlamentare.