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Nicola Zingaretti il «palazzinaro». Spesi 40 milioni per un deposito bus: sarà la nuova sede Astral

Daniele Di Mario
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Nicola Zingaretti non perde la passione per l’immobiliare. Nel collegato al bilancio, che la prossima settimana approderà nell’Aula del Consiglio regionale, si autorizza un finanziamento di 40 milioni di euro per realizzare la nuova sede dell’Astral, l’azienda che gestisce le strade del Lazio.
La ratio dell’operazione è semplice: dismettere l’attuale sede per risparmiare sull’affitto acquistando una sede nuova di proprietà dell’azienda. Una manovra molto simile a quella che portò all’acquisto del grattacielo di via Ribotta, all’Eur, come nuova sede dell’ex Provincia di Roma (oggi Città Metropolitana), che abbandonò gli uffici in affitto in via di Sant’Eufemia e via delle Tre Cannelle. Il collegato al bilancio è un atto che prevede modifiche alle leggi regionali esistenti e per prassi consolidata mira a introdurre norme per lo sviluppo e la competitività. In pratica, il collegato va a modificare - o sostituire - la legge di stabilità. La giunta Zingaretti ha presentato una proposta di 42 articoli e su 400 emendamenti presentati, 150 sono di maggioranza e mirano a introdurre articoli aggiuntivi riferendosi alle materie più disparate che, secondo l’opposizione di centrodestra, nulla hanno a che vedere con lo sviluppo economico del Lazio. È l’articolo 39 del collegato ad autorizzare il finanziamento di 40 milioni (33 milioni più Iva e spese varie) per l’acquisto della nuova sede dell’Astral. L’azienda oggi spende per l’affitto dell’attuale sede in via del Pescaccio 69mila euro al mese, 800mila euro l’anno. Per questo motivo e per valorizzare il patrimonio esistente la Regione vuole realizzare una nuova sede più grande dove ospitare anche i neoassunti, per i quali si stanno svolgendo alcuni concorsi pubblici.

 

 

Ma l’operazione non convince né i 5 Stelle (parte integrante della maggioranza di centrosinistra) né la Lega. Il vicepresidente Daniele Leodori (che ha la delega al Bilancio), durante le audizioni sul collegato, ha spiegato che la sede sarà ubicata a Roma nell’area di via Mirri, in zona Portonaccio, che prima apparteneva a Cotral Patrimonio Spa. Si tratta di un vecchio deposito bus di Cotral, accatastato come D7, cioè come capannone industriale.
La Lega, per bocca della consigliera regionale Laura Corrotti, fa notare come la Regione dovesse prima effettuare una ricognizione sul mercato per verificare la possibilità di trovare un immobile da affittare o da acquistare a condizioni migliori, come fatto in passato in circostante simili. Inoltre il Carroccio denuncia di aver chiesto copia del progetto ma di non aver ricevuto ancora nulla. «Sono giorni che chiedo delucidazioni, ma da parte della giunta non è mai arrivata nessuna copia del progetto presentato, una richiesta di buonsenso per valutare se la cifra richiesta sia congrua per un fabbricato classificato come padiglione industriale e quindi da riconvertire o se magari può risultare più utile andare sul mercato per trovare una sede in locazione a costi inferiori oppure trovare un’altra sede all’interno del patrimonio immobiliare della Regione Lazio», spiega la Corrotti. Ma il vero scontro si è tenuto in commissione Bilancio, dove la Corrotti ha presentato un emendamento soppressivo, che ha ricevuto il parere negativo della giunta per bocca dell’assessore M5S Valentina Corrado, e bocciato a maggioranza con i voti decisivi dei 5 Stelle, come pure avevano presentato un emendamento uguale. Segno che lo stesso M5S non è affatto convinto dell’operazione immobiliare. «È curioso come l’assessore Corrado sia stata interpellata con un simile emendamento anche dal suo stesso Movimento: una questione che non convince nessuno, tranne la giunta Zingaretti che intanto continua ad impegnare, senza spiegazioni, i soldi dei cittadini laziali», dice ancora la Corrotti.

 


 

SCONTRO SULL’ATER - Ma a tenere banco è anche la decisione - rivelata ieri da Il Tempo - della Regione di vendere all’Ater Roma l’immobile di via Maria Adelaide occupato abusivamente da 16 anni da decine di famiglie. L’immobile ospiterà la nuova sede dell’Ater a patto che lo stesso ente per l’edilizia residenziale pubblica venda la sede storica di lungotevere Tor di Nona e trovi un alternativo alloggio agli occupanti irregolari. Dopo la Lega, è Fratelli d’Italia ad attaccare il governatore Zingaretti. «La vera emergenza di cui si dovrebbe occupare l’Ater Roma è quella delle oltre 12 mila persone che sono in graduatoria da anni per l’assegnazione di un alloggio, e non di creare, con la complicità della Regione Lazio, facili scorciatoie a favore degli occupanti abusivi», spiega il consigliere regionale di FdI Massimiliano Maselli. «Tutto ciò è scandaloso e irrispettoso delle tante famiglie bisognose in attesa di una casa popolare - aggiunge Maselli - Si premia l’illegalità! Trovo gravissimo che il presidente dell’Ater Roma si presti a giochi politici non degni di chi è chiamato a gestire la più grande azienda europea di edilizia residenziale pubblica con un patrimonio di 48mila alloggi e 3.600 locali commerciali per una popolazione interessata di circa 150 mila residenti. Ma quel che è più grave è che il Cda attuale dell’Ater Roma è stato tenuto all’oscuro. Il presidente non può pensare che con la regia di Zingaretti e della giunta regionale possano passare alla chetichella operazioni immobiliari assai discutibili. La sede storica di Lungotevere Tor di Nona non si tocca. Il presidente dell’Ater si concentri su come risolvere i problemi della gente bisognosa anziché procedere a maldestre attività di alienazione riguardanti il patrimonio Ater. Siccome non sono stati in grado in tanti anni di sgomberare lo stabile di via Maria Adelaide, e quindi di venderlo, lo comprano a patto di sistemare chi lo ha occupato illegalmente che quindi viene premiato. Siamo alla follia, presenterò un’interrogazione all’assessore Valeriani», conclude Maselli.

 

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