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Green pass, governo diviso. La via italiana della ministra Gelmini: "Non copiamo la Francia"

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Il governo  è diviso sull'utilizzo del Green Pass. Il leader della Lega Matteo Salvini dice no al modello francese mentre il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, lo appoggia. E la ministra Maria Stella Gelmini prova la strada della mediazione: "Troveremo una via italiana". 

Tornano a salire i contagi da Covid: ila risalita dell'incidenza è lenta ma inesorabile e ancora non è arrivato il conto delle infezioni da Euro 2020, che l'Oms teme salatissimo. La campagna di vaccinazione procede con un buon passo nonostante la stagione delle ferie sia iniziata, ma il virus prosegue la sua marcia, spinto da varianti sempre più contagiose. Se la curva riprenderà a salire le zone bianche potrebbero avere vita breve: l'incidenza fa registrare una crescita in quasi tutte le regioni. Si discute di possibili modifiche ai parametri di entrata e uscita dalle zone di rischio, ma quello che conta e più preoccupa è la curva epidemiologica, che non scende più nonostante la stagione calda e la campagna vaccinale a buon punto.

Tra le misure da mettere in campo in fase di ritorno alla normalità una delle più discusse è l'impiego del green pass: nato per gli spostamenti tra i Paesi europei, alcuni, a cominciare dal presidente francese Emmanuel Macron ne ritengono fondamentale un impiego ben più ampio, che arrivi fino all'accesso a servizi come il trasporto pubblico e i ristoranti. E se per la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni è "raggelante" che il certificato vaccinale (in alternativa alla guarigione dal virus o il tampone negativo) diventi la condizione per partecipare alla vita sociale, in tanti, a cominciare dal commissario Francesco Paolo Figliuolo, apprezzano l'ipotesi.

Completamente contrario è il leader della Lega Matteo Salvini che al termine del suo incontro con il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi dichiara: “Dal mio punto di vista nessun modello francese, non devi tirare fuori siringa o tampone per andare a bere un cappuccino o mangiare una pizza. Se ci sono eventi particolarmente affollati, come può essere allo stadio, ci può essere una richiesta di controlli sacrosanta. Noi non siamo per gli estremismi. Il modello francese non è un modello. Il vaccino deve essere una scelta consapevole, non un obbligo. Cosa ne pensa Draghi? Chiedetelo a lui però le scelte estreme non piacciono né a me né a lui". 

"Dare la possibilità di accedere ad una serie di servizi, dai caffè ai ristoranti fino alle discoteche, solo a chi ha il green pass significa credere in questo strumento", sostiene il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che, contattato da LaPresse, evidenzia: "Ho sempre pensato che promuoverlo come strumento per una maggiore libertà, non solo di circolazione, possa essere utile a incentivare le persone a vaccinarsi, oltre che favorire un maggior controllo dei contagi".

La ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini è ottimista, sicura che si troverà una via tutta italiana senza ricorrere ai modelli stranieri: "In Italia abbiamo raggiunto e stiamo confermando le 500mila vaccinazioni al giorno, anzi le abbiamo tendenzialmente superate: questo e' un fatto estremamente positivo. Sicuramente la variante Delta ci preoccupa e quindi credo che si debba trovare una via italiana all'utilizzo ampio del green pass. Su questo tema non inseguiamo modelli stranieri, non ne abbiamo bisogno. Il governo italiano valuterà l’estensione dell'utilizzo del Green pass ad altri servizi, nella logica chiave di incentivare il più possibile le vaccinazioni". 

Intanto la campagna anti-Covid procede, con oltre 58 milioni di dosi somministrate e il 45% della popolazione già immunizzato: i numeri sono buoni ma la corsa deve proseguire, fino al traguardo dell'immunità di gregge, prima che le varianti mettano sul serio a rischio l'efficacia dei sieri.

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