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Vaccino Johnson & Johnson, sale il panico negli Usa: l'avvertimento sulla rara sindrome che paralizza

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Una nuova notizia negativa sul vaccino Johnson & Johnson rischia di compromettere ancora di più l’utilizzo di questo prodotto contro il Covid nella campagna vaccinale. L’ultimo avvertimento è quello arrivato dagli Stati Uniti e segnalato dal New York Times: la Food and Drug Administration ha avvertito che il vaccino può portare a un aumento del rischio di una rara condizione neurologica nota come sindrome di Guillain-Barré. Sul sito dell’Humanitas si legge: “La sindrome di Guillain-Barré è la più frequente forma di polineuropatia acquisita dovuta a demielinizzazione (degenerazione delle guaine mieliniche che rivestono le fibre nervose). La sindrome di Guillame Barré è caratterizzata da una sensazione di debolezza, perlopiù simmetrica e accompagnata da parestesie, che esordisce in genere alle gambe per progredire poi alle braccia”.

 

 

Chi riceve la somministrazione del vaccino monodose J&J ha una probabilità da tra a cinque volte più elevata di sviluppare la sindrome e si è deciso di segnalare il possibile effetto collaterale nelle schede informative del prodotto. I funzionari federali americani hanno identificato 100 casi sospetti di Guillain-Barré tra i destinatari del vaccino Johnson & Johnson: il 95% di questi casi sono stati considerati gravi e hanno richiesto l’ospedalizzazione.

 

 

In una dichiarazione ufficiale, l'agenzia statunitense ha detto che mentre "le prove disponibili suggeriscono un'associazione" tra il vaccino Johnson & Johnson e l'aumento del rischio di sindrome di Guillain-Barré, “ci sono ancora prove insufficienti per stabilire una relazione causale”. L'agenzia ha aggiunto sul vaccino che "continua a trovare i benefici conosciuti e potenziali chiaramente superiori ai rischi conosciuti e potenziali”. La FDA ha specificato che la sindrome di Guillain-Barré si verifica quando il sistema immunitario danneggia le cellule nervose, causando debolezza muscolare e paralisi occasionale. Inoltre diverse migliaia di persone negli Usa - circa 10 su un milione - sviluppano la malattia ogni anno: la maggior parte si riprende dai sintomi, anche se gravi. 

 

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