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Vaccino per gli adolescenti e rischi, lo studio con i dati divide gli scienziati: "Inquietante"

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Giorgia Peretti
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Cresce la preoccupazione per gli effetti a lungo termine dei vaccini anti-Covid negli adolescenti. Così, mentre la campagna vaccinale corre spedita verso l’immunizzazione di massa all’interno della comunità scientifica sembrano emergere opinioni contrastanti. Non è una novità, visto i numerosi stop and go che stanno caratterizzando l'immunizzazione di massa in Italia. Questa volta a dividere il Comitato Tecnico Scientifico sarebbe l’allarme dettato da un documento Usa in cui emergerebbe il pericolo dei farmaci anti-covid nella popolazione tra i 12 e i 15 anni. A scriverlo è la giornalista Patrizia Floder Reitter, su La Verità: “C’è un inquietante report - si legge - curato da Tom Shimabukuro, responsabile della task force per la sicurezza delle vaccinazioni anti Covid. Al 12 giugno, il Vaccine Safety Datalink, che conduce studi su eventi avversi rari e gravi dopo l’immunizzazione, riferiva le reazioni avverse riscontrate su minori di fascia 12-15 anni ai quali erano state somministrate le dosi Pfizer”.

Gli eventi avversi si manifesterebbero in miocarditi, una malattia infiammatoria riscontrata dopo le vaccinazioni tra gli adolescenti. Le analisi dei dati sono ancora in corso ma si possono conoscere le prime percentuali di reazioni gravi al vaccino.

“Nei giorni da 0 a 7 – scrive La Verità- dopo ogni inoculazione che, dopo la prima dose, vanno dal 2,3% nella fascia 12-15 anni al 5,2% in quella tra i 16-25, riferite quanto a incapacità di studiare o lavorare per alcuni giorni. Per balzare poi al 9,1% e al 9,8% (rispettivamente per fascia), quanto a incapacità di svolgere le normali attività quotidiane”.

Dopo la seconda dose le percentuali vanno dal 5,6% al 25%. Eugenio Serravalle, medico specialista in pediatria e presidente dell’Asis, associazione di studi e informazione sulla salute proprio su queste percentuali si mostra preoccupato. “Se i ragazzi tra i 12 e i 15 anni dovesse avere reazioni gravi come registrate negli Stati Uniti, 577.000 giovanissimi si troverebbero inabilitati per un periodo di tempo non così breve”, spiega il medico. Non è ancora chiara la durata dei disturbi “il trial su vaccino Moderna riferiva una durata media di reazione di 3-4 giorni dopo la prima dose. E 4 dopo la seconda, senza distinguere tra quelle lievi, gravi e moderate. Mentre per Pfizer ancora non ci sono dati”, fa sapere Serravalle. Di differente opinione è la presidente della Società Italiana di pediatria, Annamaria Staiano che invece afferma che “non ci sono evidenze scientifiche sul nesso causale tra queste vaccinazioni e gli eventi avversi più severi”

Fatto sta che, nonostante la caccia allo studente da immunizzare - scattata in Italia dopo l'accelerata del commissario per l'emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo in vista della riapertura delle scuole a settembre - ci sarebbe una parte di scienziati d'accordo con la linea tedesca che non raccomanda in Germania il vaccino nei bambini e adolescenti senza malattie pregresse. Scrive La Verità: "Si tratta di qualche voce autorevole abituata a ragionare sull'evidenza scientifica e non sulla necessità di assecondare la politica vaccinale del governo. Al momento tace perché in realtà l'argomento vaccinazioni nella fascia 12-15 anni non è mai stato affrontato dal Cts".

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