Vaccino, Pfizer chiederà l'autorizzazione per una terza dose: alta protezione dalle varianti Covid
Pfizer si appresta a chiedere l'autorizzazione degli Stati Uniti per una terza dose del suo vaccino anti-Covid. Mikael Dolsten, direttore scientifico della società, ha spiegato che Pfizer prevede di chiedere ad agosto alla Food and Drug Administration (Fda) l'autorizzazione di emergenza per una terza dose. La società ritiene che un'altra dose potrebbe aumentare notevolmente l'immunità e forse aiutare a scongiurare l'ultima preoccupante mutazione del coronavirus.
I gufi del Covid non ne hanno azzeccata una. Ballate in piazza e tifate Italia
Pfizer e Biontech in un comunicato con cui forniscono un aggiornamento sulla loro strategia globale di richiamo alla luce della variante Delta, sottolineano che una terza dose può essere necessaria entro 6-12 mesi dopo la vaccinazione completa. "Come si vede dai dati rilasciati dal Ministero della Salute israeliano, l'efficacia del vaccino nel prevenire sia l'infezione che la malattia sintomatica è diminuita sei mesi dopo la vaccinazione, sebbene l'efficacia nella prevenzione di malattie gravi rimanga elevata - si evidenzia nella nota -. Inoltre, durante questo periodo la variante Delta sta diventando la variante dominante in Israele e in molti altri paesi. È per questo che abbiamo detto, e continuiamo a credere che è probabile, sulla base di tutti i dati di cui disponiamo finora, che una terza dose può essere necessaria entro 6-12 mesi dopo la vaccinazione completa. Sebbene la protezione contro la malattia grave sia rimasta elevata per tutti i 6 mesi - si legge ancora nel comunicato - si prevede un calo dell'efficacia contro la malattia sintomatica nel tempo e la continua comparsa di varianti. Sulla base della totalità dei dati di cui dispongono fino ad oggi, Pfizer e BioNTech ritengono che una terza dose possa essere utile per mantenere i più alti livelli di protezione".
Proposta choc di Crisanti per eliminare i no-vax: devono pagarla così, è colpa loro
Pfizer e Biontech, va avanti la nota, "hanno visto dati incoraggianti nel corso della sperimentazione di una terza dose dell'attuale vaccino. I dati iniziali dello studio dimostrano che una dose di richiamo somministrata 6 mesi dopo la seconda ha un profilo di tollerabilità costante, suscitando titoli di neutralizzazione elevati contro il ceppo originario e la variante Beta, che sono da 5 a 10 volte superiori rispetto a due dosi primarie". Le aziende prevedono di pubblicare dati più definitivi presto e "di presentare i dati a Fda, Ema e altre autorità di regolamentazione nelle prossime settimane”. L’idea è che la terza dose di vaccino abbia "il potenziale per preservare i più alti livelli di efficacia protettiva contro tutte le varianti attualmente noti, tra cui Delta".
La variante Delta e quell'angosciante timore: lo studio che spiazza tutti e fa calare il buio