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È già caos per la terza dose di vaccino: "I dati non ci sono". Siluro di Burioni sui profitti di Big Pharma
Il governo europeo ha prenotato ulteriori approvvigionamenti di vaccini Pfizer e Moderna per una eventuale terza dose e sui social ci si chiede, chi in toni sarcastici chi più o meno apertamente No-Vax, a quando la quarta? Per il momento la dose "booster", il richiamo anti-Covid per implementare la difesa immunitaria anche alla luce della diffusioni delle varianti, non sembra necessaria ma l'orientamento è quello della precauzione.
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"Al momento è troppo presto per confermare se e quando sarà necessaria una" ulteriore "dose di richiamo per i vaccini Covid-19, perché non ci sono ancora abbastanza dati dalle campagne di vaccinazione e dagli studi in corso per capire quanto durerà la protezione dai vaccini", fanno sapere dall'Ema, l’Agenzia europea del farmaco Ema, dopo che Pfizer/BioNTech ha annunciato l’intenzione di chiedere alle autorità regolatorie il via libera a una terza dose di Comirnaty. "L’Ema - assicurano dall’agenzia, secondo Adnkronos Salute - esaminerà rapidamente questi dati non appena saranno disponibili".
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Chi si aspettava una parola chiara dall'Oms resterà deluso anche questa volta. Non è ancora chiaro se un eventuale richiamo del vaccino anti covid sia utile per mantenere la protezione contro il coronavirus, dicono dall'organizzazione modniale della sanità. "Non sapremo se il richiamo sia necessario per mantenere la protezione contro il Covid fino a che non saranno raccolti altri dati, ma la questione è allo studio dei ricercatori. Ci sono dati limitati disponibili relativi alla durata della protezione assicurata dai vaccini e se può servire una ulteriore dose e a chi", ha precisato l’Oms, secondo quanto riporta il Guardian. Il chief scientific officer di Pfizer, Mark Dolsten, ha reso noto che, secondo i dati preliminari delle ricerche svolte dalla compagnia, una terza dose di vaccino genera livelli di anticorpi da 5 a 10 volte più alti di quelli misurati dopo la seconda dose.
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E i virologi cosa dicono? "Che le case farmaceutiche spingano con entusiasmo per un richiamo è comprensibile, visto che gli poterebbe grandi profitti. Ma al momento non ci sono dati a supporto, per cui fanno bene Fda e Cdc a dare, per ora, parere negativo. Per il futuro stiamo attenti e teniamoci pronti" spiega Roberto Burioni, docente dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Perché Pfizer ha annnunciato di voler chiedere alle agenzie regolatorie del farmaco l’autorizzazione per una terza dose del proprio vaccino anti-Covid, già stoppata delle autorità sanitarie statunitensi.
Intanto la Commissione Europea ha siglato un contratto per ulteriori "1,8 mld di dosi" del vaccino anti-Covid di BioNtech- Pfizer e ha esercitato l’opzione di acquistare altre dosi da Moderna anche per l’eventualità in cui dovesse rendersi necessario somministrare una terza dose o "booster", nonché per "combattere future varianti" del coronavirus Sars-CoV-2, dice il portavoce della Commissione per la Salute, Stefan de Keersmaecker.
Per Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano, "ben venga la pianificazione di una terza dos perché secondo me sarà necessaria, ma in questa fase" le autorità sanitarie "hanno ragione a dire ’vacciniamo gli altri'. La copertura ad ampio raggio è l’lelemento fondamentale, poi si penserà ai richiami", dice il virologo all’Adnkronos Salute .
Il fatto è che "la variante Delta e altre varianti ci dimostrano che il virus ha ancora tanto da dare - rileva Pregliasco - Ma non abbiamo ancora una contezza della durata della protezione dal vaccino, che si sta piano piano capendo, ma a mio avviso sarà probabilmente necessaria a un anno di distanza. C’è chi si agita, anche dei colleghi, perché vedono crollare il quantitativo di anticorpi. Ma il dato quantitativo non è l’unico che dimostri la risposta, c’è anche la risposta cellulo-mediata". "Insomma - ribadisce il virologo - non abbiamo questa contezza. E abbiamo esperienze su altri vaccini come l’epatite B, dove anche a distanza di anni un’infezione crea un booster immediato perché c’è un ricordo anamnestico notevole, tanto che l’epatite B la si fa da neonati e non si prevedono richiami. Abbiamo fatto studi a cui ho partecipato anch’io - sottolinea l’esperto - che dimostrano che anche l’azzeramento del titolo anticorpale non è elemento che determina per certo la mancanza di protezione. È chiaro che, per esempio, gli operatori sanitari si misurano gli anticorpi e quando scendono sotto le 10 unità si dà una dose di richiamo, ma più in un’ottica di sicurezza del lavoro". Insomma, non è detto che dovremo fare la terza dose - o la quarta - di vaccino. Anzi, pare che non lo sappia ancora nessuno.