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Non vaccinarsi è lecito, Paragone attacca: basta con la criminalizzazione. E la Rai ammette...

Gianluigi Paragone
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Nelle ultime settimane sto assistendo a una escalation di dichiarazioni pesantissime contro coloro che non sono vaccinati per ritardi vari o che stanno ancora valutando se farlo o meno oppure che addirittura non sono intenzionati a farlo. Una specie di messa al bando, di criminalizzazione. 

 

E’ tutto un fiorir di dichiarazioni, di tweet, di post all’insegna del “Andiamo a prendere chi non si vaccina”, “Sospendete dal lavoro chi non si vaccina”, “Chi non si vaccina non deve uscire da casa”. Scusate, quale sarebbe il presupposto normativo che autorizzerebbe la compressione del diritto al lavoro o del diritto alla libera circolazione? Mi permetto di far notare che, salvo per il personale medico-sanitario (dove comunque non mancano ricorsi all’autorità giudiziaria), il vaccino non è obbligatorio. Pertanto nessuno si può permettere di subordinare un contratto di lavoro con un qualsiasi pass vaccinale.

 

L’altro giorno una giornalista ha scritto che i docenti che non si vaccinano dovrebbero essere sospesi. E’ incredibile come certi giornalisti vadano a cercare criminali e fuorilegge per interviste scoop (magari pagando per ottenere l’intervista) e poi si fanno paladini morali di battaglie… discriminatorie. Chi non si vaccina non è un fuorilegge: sia chiaro una volta per tutte. La facoltà di non vaccinarsi è prevista nel momento stesso in cui non vi è l’obbligatorietà per legge. E se l’obbligatorietà non viene sancita come per gli altri vaccini è perché siamo in piena sperimentazione, pertanto nessuno vuole caricarsi le responsabilità di possibili complicazioni.

Ora, se l’obbligatorietà vaccinale non è prevista da alcuna legge se non per il personale medico-sanitario (e questo è un dato di fatto incontrovertibile), non vorrei che si costruisse un mondo parallelo dove la norma viene sostituita dal messaggio o, per dirla con McLuhan, dal medium che si fa messaggio. Facebook e i social indirizzano in un solo verso censurando attraverso stupidi algoritmi contenuti critici. La Rai ammette, vergognosamente, di non cercare l’equilibrio nell’informazione diventando così tv di Stato e non tv pubblica sostenuta anche coi soldi di chi non si vaccina. Gli altri canali e i giornali diventano il luogo dove medici di normale caratura e politici che non sanno più come gestire i loro stessi errori costruiscono una narrazione a senso unico.

 

Quell’obbligatorietà che quindi non è sancita da nessuna parte viene percepita come tale per effetto di un bombardamento mediatico. Già si pensa a come stanare i docenti non vaccinati oppure a dividere gli adolescenti in una specie di apartheid vaccinale tra dad o didattica in presenza sulla base dello status di vaccinato o meno.

A settembre la variante entrerà in Italia diffusamente come ogni anno entrano le varianti influenzali. Che intenzioni hanno i nostri governanti? Chiusure? Differenziazioni discriminatorie che scateneranno ricorsi su ricorsi? A ottobre si dovrebbe votare in molte città; io domando ai candidati sindaco se davvero divideranno i servizi pubblici (dalla scuola ai trasporti) tra vaccinati e non vaccinati, trattando questi ultimi come fuorilegge. Siano chiari perché ne faremo un tema di programma.

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