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Chi L'ha Visto, "Saman Abbas rapita". Il fidanzato non si arrende, spunta la pista dei soldi

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Giada Oricchio
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Soldi e palazzi. Dietro la scomparsa di Saman Abbas ci sarebbe il patrimonio di famiglia e la divisione per caste della società pachistana. Intanto il promesso sposo, intercettato dalle telecamere di Chi l’ha visto? sostiene di non sapere nulla, mentre i genitori, indagati con l'accusa di omicidio premeditato, sequestro di persona e occultamento di cadavere, in concorso con lo zio di Saman (ritenuto l'esecutore materiale) e un cugino della ragazza sono stati inseriti nella banca dati dell’Interpol. Nella puntata di Chi l’ha visto?, mercoledì 7 luglio, Federica Sciarelli affronta il caso Saman Abbas, la ragazza pachistana scomparsa il 29 aprile scorso a Novellara in provincia di Reggio Emilia.

Secondo le dichiarazioni del fratello minore, Saman sarebbe stata strangolata e sepolta perché aveva rifiutato il matrimonio combinato con il cugino così da sposare il fidanzato Ayub Saqib. Dopo due mesi di ricerche nelle campagne emiliane non c’è traccia del corpo della ragazza, tuttavia i volontari e le forze dell’ordine non si arrendono e da oggi possono contare sui cani arrivati dalla Germania, addestrati a fiutare ossa umane (pratica vietata in Italia), e su un gruppo di archeologi. “Grazie alla nostra esperienza, siamo in grado di vedere le differenze di colore e consistenza quando un uomo manomette il territorio – ha spiegato il portavoce -. La consistenza nuova è completamente diversa dal terreno non toccato, riusciamo a distinguere una fossa recente da una antica”.

In studio, al fianco di Federica Sciarelli, c’è Ayub Saqib che con gli occhi gonfi di dolore ha mostrato il vestito broccato scelto per le nozze, l’anello e anche la rosa di petali trasparenti che Saman gli ha regalato per San Valentino, simboli di un amore puro, oggi interrotto, chiuso in una valigia con il sogno di una vita che probabilmente non si realizzerà più.

 

Se da una parte c’è un sentimento, dall’altra c’è il denaro e la Sciarelli lo ripete con la precisa intenzione di rimarcare il movente meschino di questa tragedia: “Qui il motivo sono i soldi e i palazzi che dovevano rimanere in famiglia, non il rifiuto in sé. Il cugino che Saman doveva sposare non è brutto né vecchio ed è pure ricco, ha un palazzetto con sei scalini all’esterno, simbolo di potenza. Qui si tratta di genitori che pensavano ai loro interessi economici, è tradizione in Pakistan che i beni restino in famiglia specie per chi appartiene alle caste medio alte e così non sarebbe stato con Saman che aveva scelto di amare una persona di una casta bassa. Per loro è la storia di due ragazzi che si amano, per i genitori no. La prova della loro colpevolezza sta nel fatto che partono dall’Italia lasciando un figlio minore qui e un’altra scomparsa e che a oggi sono irreperibili. Non si trovano da nessuna parte”.

La conduttrice prosegue: “Pensavamo fossero andati a Charanwala, il loro villaggio in Pakistan, e ci siamo andati anche noi, ma non li abbiamo trovati. Il palazzo è chiuso con i lucchetti da mesi”. Tuttavia, l’inviato è riuscito a intercettare il cugino promesso sposo che prima ha negato di essere il diretto interessato, poi si è arreso davanti all’evidenza: “Se può essere che sia viva? Vai a chiederlo alla sua famiglia, perché lo chiedi a me? Abbiamo sentito che le è successo qualcosa, ma non sappiano niente. Noi siamo solo molto dispiaciuti che non si trovi”.

 

I vicini degli Abbas si ricordano bene della lussuosa festa di fidanzamento di due mesi fa, ma sono smemorati, o meglio omertosi, sulle vicende successive.  Ripetono che la casa è chiusa da un paio di mesi e che non hanno idea di dove sia la famiglia. Solo un testimone ha ammesso che in paese tutti sanno, ma nessuno parlerà mai perché la famiglia è potente e uno zio materno è poliziotto.

Oggi, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, i genitori di Saman, sono stati inseriti dal Ministero della Giustizia nella banca dati dell'Interpol il che equivale a una richiesta d'arresto provvisorio ovunque siano nel mondo a cui dovrà seguire una domanda di estradizione dell’Italia (non si può richiedere dal Pakistan, nda) e tra due giorni il tribunale del Riesame di Bologna si pronuncerà sulla misura cautelare di Ikram Ijaz, l’unico familiare arrestato fino a questo momento.

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