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Covid, “follia green pass”. Il virologo Crisanti vuole imporre il vaccino per il turismo e spinge per la terza dose

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Così non va nella gestione del turismo e dei rischi per il Covid. A scagliarsi contro le attuali linee guida del Governo e le ordinanze del Ministero della Salute è Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'Ospedale di Padova. In un’intervento sul Messaggero il virologo ha in particolare bocciato - in realtà lo ha fatto per l’ennesima volta - i test rapidi per chi parte e torna in Italia e per chi viene dall’estero: “Dovremmo consentire di andare all'estero o di entrare nel nostro Paese solo a coloro che hanno completato la vaccinazione”.

 

 

“Il green pass, per come è stato pensato, è sbagliato - evidenzia il professor Crisanti - perché consente gli spostamenti anche solo con il test antigenico. Una follia. Ormai stanno prevalendo le ragioni dell'economia e del turismo, ma bisognava avere il coraggio di consentire di viaggiare solo a chi è vaccinato con la prima e la seconda dose. Una sola non basta con la variante Delta. I test rapidi 48 ore prima non servono a nulla se vogliamo dei controlli sicuri ed efficaci, dobbiamo imporre a tutti il tampone molecolare. Non sei vaccinato, ma vuoi venire in vacanza in Italia o stai tornando dalle ferie all'estero? Quanto meno devi eseguire un tampone molecolare che verifica che sei negativo. Gli antigenici, invece, sono poco affidabili”.

 

 

La difformità di regolamenti tra i vari paesi europei lascerà dilagare la variante Delta, ormai esplosa nel Regno Unito: “La verità - conclude amaro Crisanti - è che dobbiamo prepararci a un autunno in cui ci sarà un incremento dei casi. Dobbiamo migliorare la capacità di fare tracciamento, di isolare i positivi. E servirà la terza dose per i fragili, penso agli anziani delle Rsa, che sono stati vaccinati a inizio della campagna, a gennaio, perché saranno già passati 8-9 mesi dalla vaccinazione”.

 

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