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Il caso di Malika Chalhy: un cagnolino d'oro con i soldi degli italiani

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Francesca Mariani
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«Il vostro perbenismo malato ha regalato una Mercedes a una ragazza che aveva promesso di aiutare persone in difficoltà come lei. Ed è per loro che mi dispiace, non per voi. Su questo social di m.... però se non ti esponi subito sei un razzista, un omofobo, un sessista».  Bufera social sul caso di Malika Chalhy, la ragazza toscana che aveva raccontato di essere stata cacciata di casa perché aveva rivelato di amare una donna, lanciando una raccolta fondi on line. In tanti l’hanno aiutata a rifarsi una vita (il fratello alle "Iene" ha parlato di una raccolta fondi principale arrivata a 140mila euro). E ora sono in tanti a farle le "pulci" , forse perché voleva dare una mano a quelli come lei con i soldi delle raccolte fondi scattate in suo favore nei mesi scorsi, e infine si è saputo che si era comprata una bella macchina di lusso e poi pure un cane di razza pagandolo 2.500 euro. In molti però non devono averle perdonato il fatto che avesse in un primo tempo negato, attribuendo l’auto in questione alla sua fidanzata.

 

 

Successivamente la ragazza di Castelfiorentino, che era stata costretta a lasciare la Toscana e ora vive a Milano, intervistata da Selvaggia Lucarelli, per Tpi (The Post Internazionale) ha ammesso candidamente di aver comprato «una bella macchina». «Ho 22 anni potevo comprarmi un’utilitaria e non l’ho fatto». Nel cancan c’è finito pure il pet di lusso, un costoso Bulldog, definito: «bene di prima necessità» tagliando corto sulle polemiche accese da chi invece l’avrebbe vista meglio con un "qua la zampa" da canile comunale. Il primo a sorprendesene chi glielo ha venduto. «Malika? In principio non l’avevo riconosciuta, ha comprato il cane più caro» racconta Simone, titolare di un allevamento a Firenzuola, che a maggio le ha venduto un French Bulldog. «Non sono cani per tutte le tasche. Ma Malika ne ha comprato uno e ha speso 2.470 euro pagando lei con due bonifici». Simone ha inoltre confessato di essere rimasto stupito quando ha scoperto chi fosse Malika perché se la ricorda con una Mercedes nuova di zecca e soprattutto perché quando il cane ha avuto dei lievi problemi di salute non l’avrebbe messo in contatto con il veterinario. «Pretendeva una strana riservatezza, come se io non avessi dovuto esistere».

 

 

La ragazza è diventata popolare con il suo racconto choc che aveva indotto la Procura di Firenze ad aprire un’inchiesta. Malika aveva infatti denunciato «di essere stata cacciata dalla sua famiglia perché lesbica». E dopo il coming out le nuove minacce: «Se torni ti ammazziamo, meglio il carcere che una figlia lesbica». E subito era scattata una gara di solidarietà per aiutarla a rifarsi un’esistenza al di fuori della sua famiglia.  Cosa apprezzatissima dalla 22enne che aveva ringraziato tutti sui social, addirittura chiedendo di «non dimostrare offese e parole brutte verso i miei genitori». «Grazie per una parola, un gesto, un abbraccio virtuale» aveva esordito, aggiungendo anche che «porto avanti questa battaglia con coraggio, per i ragazzi che stanno passando quel che sto passando io, per i bambini del futuro, per quello che conta nella vita, l’amore».

 

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