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Sul dossier Autostrade per l'Italia qualcuno ha detto no: il retroscena sulla vendita

Andrea Giacobino
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La vendita di Autostrade per l'Italia alla cordata formata dalla Cassa Depositi e Prestiti in maggioranza coi fondi Blackstone e Macquarie è stata approvata a larga maggioranza dai soci di Atlantia, di cui i Benetton detengono circa il 30%, nell'assemblea dello scorso 31 maggio, ma leggendo il verbale della riunione si scopre che molti azionisti hanno votato contro ed erano portatori di oltre 74 milioni di titoli.

Fra questi c'è l'imprenditore Gaudenzio Roveda che nel 2006 si vide dissequestrati dal tribunale del riesame di Milano i dividendi ottenuti su azioni Autostrade per un controvalore di 1,3 milioni di euro, congelati a fine 2005 dicembre dalla procura: nell'ambito dell'inchiesta sulla scalata ad Antonveneta era stato deciso sulla base delle accuse di manipolazione del mercato su azioni Antonveneta e in fedeltà patrimoniale da parte degli ex amministratori della Banca Popolare di Lodi, che avrebbero favorito alcuni correntisti per poi dividersi le plusvalenze derivanti dalle operazioni costruite dagli stessi indagati. A dire di no a Cdp e ai fondi sono stati anche grandi fondi internazionali come Lazard Global Active (5 milioni di titoli) e persino il fondo Macquarie Global Infrastructure Total Return Fund. 

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