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Green Pass, il governo frena: si avrà solo dopo il richiamo

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Dario Martini
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Il governo è pronto a cambiare le modalità di rilascio del green pass, che permette ai vaccinati di viaggiare per l'Europa e di partecipare a tutti quegli eventi a cui prima si accedeva solo se 'tamponati". Non basterà solo la prima dose, ma bisognerà aspettare anche la seconda per poter stringere in mano il certificato verde. Al momento non è ancora ufficiale, ma è l'ipotesi che il ministero della Salute sta prendendo seriamente in considerazione. Il motivo? L'aumento dei casi di variante Delta. Gli esperti ormai sono sicuri che nelle prossime settimane diventerà la mutazione dominante del virus, soppiantando le altre, a partire dalla vecchia inglese. Per il sottosegretario Pierpaolo Sileri, intervenuto a Radio 24, «è verosimile che la variante Delta ci costringa a rimodulare il green pass, rilasciandolo dopo la seconda dose di vaccino: ma è presto per dirlo, aspettiamo ancora i dati di una o due settimane».

Sileri non contesta la scelta che è stata fatta a metà giugno di rilasciare il pass già dopo la prima dose: «Non è stato un errore, allora i dati ci dicevano questo. Al momento una modifica non serve, ma va messa in cantiere: da medico e non da politico, dico che probabilmente si arriverà ad una rimodulazione. Se è vero che la protezione da questa variante c'è dopo due dosi di vaccino, è chiaro che, oltre a correre con le seconde dosi, dobbiamo rimodulare il certificato verde». Sileri ricorda anche cosa sta accadendo nel Regno Unito, dove i contagi sono aumentati di molto ma il numero di ricoveri e decessi rimasto stabile. Questo dimostra che la variante è coperta dalla doppia dose di vaccini. Si tratta quindi di correre con le seconde dosi».

Alcuni virologi però tranquillizzano. Per Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive al San Martino di Genova, intervistato da Libero, la variante Delta «dà sintomi blandi, simili a un raffreddore». E cita uno studio di Lancet, per cui «Pfizer e Moderna, ancora prima del richiamo, arrivano a coprirla fino al 90%, AstraZeneca col 75». Ma gli esperti, su questo punto, non sono tutti d'accordo. A volte le divergenze possono essere enormi. L'immunologo e membro del Comitato tecnico scientifico, Sergio Abrignani, sentito dal Corsera, ritiene invece che con una sola dose si sia «protetti solo al 20-30%».

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, preferisce non sbilanciarsi sulla possibilità di cambiare o meno le regole del green pass. Si limita a ricordare i risultati raggiunti: «Tredici milioni e settecentomila persone hanno già scaricato il green pass, ed io penso che questo sia già un fatto molto positivo, perché segnala che c'è una grande attenzione. Questo meccanismo che abbiamo costruito anche a livello europeo sta funzionando. È chiaro che tutte le altre valutazioni verranno fatte passo dopo passo. Il nostro obiettivo concreto è di vaccinare tutti gli italiani che lo vogliono con la prima dose entro la fine dell'estate», commenta il ministro. L'ipotesi di rimodulare il green pass, quindi, è sul tavolo. E se davvero la variante Delta soppianterà tutte le altre nel corso del prossimo mese, allora anche le regole del rilascio del certificato cambieranno.

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