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Niente mascherine all'aperto. Poi Brusaferro gela tutti: "Se risalgono i contagi..."

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A partire da lunedì 28 giugno, tutta l’Italia sarà zona bianca. Anche la Valle d’Aosta, ultima regione che era rimasta «colorata», entra a far parte delle aree a basso rischio Covid. Lo ha stabilito un’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia del 25 giugno. «Con l’ordinanza che ho appena firmato - ha detto il ministro Speranza - tutta l’Italia sarà in zona bianca a partire da lunedì. È un risultato incoraggiante, ma servono ancora cautela e prudenza, soprattutto alla luce delle nuove varianti. La battaglia non è ancora vinta». Un risultato importante per il Paese nella lotta al coronavirus, non solo da un punto di vista simbolico dopo lunghi mesi di chiusure. Sempre da domani inoltre, fatta salva la Campania dove la disposizione resta in vigore con un’ordinanza regionale, cade l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto.

«Tutto questo è merito di una campagna vaccinale che prosegue spedita - spiega D’Amato - oggi siamo oltre i 5 milioni di somministrazioni e quasi 2 milioni di cittadini hanno concluso il ciclo vaccinale, per l’8 agosto il 70% della popolazione del Lazio sarà immunizzata. Ma questo risultato è anche frutto dell’attenzione e dell’osservanza delle regole da parte dei cittadini che hanno mostrato un senso civico encomiabile. Il mio invito è di non perdere di vista l’obiettivo, ovvero sconfiggere il Covid e di continuare a rispettare le regole di distanziamento, igiene e anche dell’uso della mascherina dove la situazione lo richiede, portatele sempre dietro. Uniti usciremo da questo periodo così duro».

 

 

 

 

 

Poi, però, arriva la doccia fredda di Brusaferro. Se, infatti, i contagi dovessero risalire ci sarà bisogno di rimetterle. Lo dice il presidente dell’Istituto superiore di sanità e segretario del Cts Silvio Brusaferro in un’intervista al quotidiano la Repubblica. «I sistemi di monitoraggio guardano incidenza, trasmissibilità e cioè l’Rt e circolazione delle varianti - spiega Brusaferro - I primi due soprattutto sono indicatori di come si muove l'epidemia. Il report di venerdì scorso ci ha detto che, per ora, la situazione permette di toglierle. Abbiamo solo 11 casi per 100mila abitanti in 7 giorni a livello nazionale. Il monitoraggio ci consente di capire come evolve la situazione e semmai intervenire, anche reintroducendo misure».

Intanto già si pensa a settembre, all’inizio delle scuole, e occorre decidere se in classe i ragazzi dovranno ancora mettere la mascherina. «L’importante è riprendere la scuola in presenza - dice Brusaferro - Le modalità si vedranno in base al quadro epidemiologico. Il punto di partenza è che il distanziamento è importante. La mascherina dipenderà dalla circolazione».

 

 

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