nuovo focolaio delta

Ballano "davanti alle forze dell'ordine", il folle rave no-mask vicino a Codogno

Musica a tutto volume, nessuna mascherina né tanto mento controlli o autorizzazioni. È ancora in corso a Maleo, in provincia di Lodi, un 
rave party «No mask» con un migliaio di partecipanti contrari alle norme anti-Covid. «Da alcune ore si sta svolgendo un rave party non autorizzato all’interno dell’area della cava di Cascina Ronchi con la partecipazione di centinaia di giovani arrivati da tutto il nord Italia. Costante è il monitoraggio da parte delle forze dell’ordine, Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, che ringrazio per la collaborazione», scrive su Facebook il sindaco di Maleo, Dante Sguazzi. Proprio a Maleo era stata accertata la presenza di tre casi di variante delta in un focolaio Covid di dieci contagiati complessivi.

 

«Nel primo pomeriggio i ragazzi hanno cominciato ad allontanarsi dalla cava, ma hanno lasciato situazioni di degrado e immondizia, e a Maleo ci sono stati anche episodi di malcostume poco piacevoli, poco rispetto nei confronti del nostro Comune. Le forze dell’ordine sono intervenute ieri, faccio loro i complimenti per la gestione della situazione, hanno cercato di non surriscaldare gli animi», ha detto il sindaco di Maleo, Dante Sguazzi, a RaiNews24. 

 

Sono un migliaio i giovani che si sono dati appuntamento a Maleo, comune tra il Lodigiano e il Cremonese, dove nel corso della settimana si era verificato il sospetto di un focolaio Covid di variante Delta. Il rave party, non autorizzato, è iniziato sabato sera ed è ancora in corso: «I ragazzi si stanno allontanando alla spicciolata», fanno sapere i carabinieri che insieme alla polizia presidiano l’area per evitare possibili incidenti. «Quando si potrà intervenire in sicurezza cercheremo di identificare gli organizzatori di questo evento» che non ha rispettato le norme anti Covid.

 

I giovani si sono dati appuntamento attraverso canali social riservati, ma il via vai di persone che camminavano lungo le strade statali e le tante auto hanno destato l’attenzione delle macchine di servizio sul territorio e hanno svelato il rave clandestino a pochi chilometri da Codogno, la città simbolo della prima ondata del coronavirus e la prima vera ’zona rossa' in Italia. «Abbiamo identificato qualche persona, ma abbiamo dato priorità alla sicurezza: in questi casi la tutela dell’ordine pubblico ha la priorità», spiega chi è ancora sul posto a presidiare l’area in cui musica e alcol sono protagonisti.