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Covid, incredibile scoperta sulle origini del virus: "Sequenze cancellate nel 2019"

Giada Oricchio
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Colpo di scena sulle origini del coronavirus: è stata trovata nel cloud di Google una sequenza del coronavirus archiviata e poi cancellata nel 2019. Ora gli Stati Uniti chiedono spiegazioni. A scriverlo su Repubblica è Federico Rampini, corrispondente da New York, che racconta come uno scienziato abbia recuperato 13 sequenze del virus archiviate prima del dicembre 2019 e poi scomparse.

E' la scoperta che può fare finalmente luce sulle origini della malattia che ha piegato il mondo intero? I codici erano stati raccolti da un team medico cinese prima della comparsa ufficiale del coronavirus a Wuhan, poi però qualcuno li avrebbe fatti sparire. La variante “cloud” del Covid-19 potrebbe riscrivere la storia della pandemia. “Un ricercatore - si legge nell'articolo - ha ritrovato tredici sequenze genetiche del Covid che erano scomparse da un archivio scientifico. L’autore della scoperta, Jesse D. Bloom, ha pubblicato il resoconto del suo lavoro sul server scientifico bioRxiv del Cold Spring Harbor Laboratory”. Un rinvenimento importante perché conferma che diverse varietà del Coronavirus circolavano a Wuhan, la città cinese da cui il virus si è propalato in ogni angolo del pianeta, prima del dicembre 2019. Rampini precisa che le sequenze genetiche scomparse sono 241 e che dunque Bloom, in forza al Fred Hutchinson Cancer Research Center, ha recuperato solo una piccola parte tuttavia la sua scoperta, “che ancora non è stata oggetto di “peer review”, cioè di analisi critica da parte di altri studiosi, ha suscitato grande interesse tra gli scienziati americani, alcuni dei quali ne sottolineano l’importanza in un reportage del New York Times”.

Adesso bisognerà studiare le 13 sequenze genetiche nella speranza che possano aggiungere una parte dei tasselli mancanti alla storia del Covid e chissà che non riescano a far chiarezza sull’origine della diffusione del virus: contaminazione accidentale in un mercato umido di Wuhan o incidente nel laboratorio virologico della stessa città durante alcuni esperimenti? Per il giornalista: “Viene rafforzata inoltre l’impressione di un deliberato insabbiamento e depistaggio, perché la storia delle 241 sequenze genetiche è sconcertante. Erano state raccolte e catalogate da un team medico cinese, tra cui lo scienziato Aisi Fu, dell’ospedale Renimin di Wuhan. Erano state poi archiviate in una banca dati informatica, il Sequence Read Archive, gestito dalla National Library of Medicine che fa capo al governo federale degli Stati Uniti. Poi da lì sono sparite. Una parte però erano state “salvate” nella memoria di Google Cloud dove Bloom le ha ripescate”.

La “pesca miracolosa” apre a una serie di domande: chi e perché ha fatto sparire quei dati così preziosi dall’archivio medico americano? E’ stato lo scienziato cinese che ce li aveva messi e che aveva anche la facoltà di rimuoverli?  La risposta è affidata alla Cia, a cui il Presidente USA, Joe Biden, ha chiesto un nuovo rapporto sulle origini del Covid.

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