Nicola Tanturli, esplode il caso sul precedente del fratellino: "Anche lui via da casa e poi..."
Nicola Tanturli è stato dimesso dall’ospedale Meyer di Firenze, è tornato nella sua casa colonica nei dintorni di Firenze, nel Mugello, ma la vicenda non è chiusa. Dai sandali ai piedi alla fuga dell’altro fratello, dai tanti km percorsi di notte ai fili d’erba, dal presunto sonnambulismo alla mancanza di ferite da caduta, ecco cosa non torna.
Nicola, neanche 2 anni, scomparso da casa lunedì 21 giugno, ha trascorso 36 ore da solo sotto il sole di quest’inizio estate e al freddo di due notti nell’impervia e montana Campanara, nel comune di Palazzuolo sul Senio, località inghiottita dai boschi, dai rovi e dalle sterpaglie nell’alto Mugello, vicino Firenze. Mercoledì mattina, intorno alle 8.30, in circostanze “da favola” è stato ritrovato vivo e vegeto dal giornalista Giuseppe Di Tommaso, cronista Rai e inviato de “La Vita in Diretta”. Era in buone condizioni e per precauzione è stato trasferito all’ospedale Meyer di Firenze che oggi alle 10.00 lo ha dimesso e riaffidato ai genitori.
Cosa non torna nel "miracolo" di Nicola: l'inchiesta e i dubbi sul bambino
Dopo la grande emozione e il sollievo, è il momento di fugare i dubbi e dare risposta ai tanti interrogativi in sospeso. Il piccolo Nicola indossava una maglietta e aveva i sandali ben allacciati ai piedi, ma niente pannolino. I genitori però hanno dichiarato di averlo messo a dormire intorno alle 18, come mai allora indossava le scarpe? Possibile che sia stato così bravo da allacciarsele e per di più alla perfezione? Come mai non aveva il pannolino per la notte? E come ha fatto a rimanere completamente pulito? E ancora: come ha fatto a percorrere circa 3 km da solo senza bere e mangiare? A infilarsi in un rovo di sterpaglie, in fondo a una scarpata, senza farsi male e a essere ritrovato in un luogo dove l’erba non era schiacciata? Qual è stato il suo giaciglio per due notti? E’ plausibile che sia stato capace a 21 mesi di aprire la porta di casa, non andare dai genitori che erano nell’orto, non allertare i cani e incamminarsi sul solito sentiero al buio? E se è così, perché è stato rivenuto dalla parte opposta? Davvero è abituato agli animali selvatici da non aver paura nemmeno di notte? Perché i genitori, che dicono di essersi accorti della sua assenza solo intorno a mezzanotte, hanno dato all’allarme la mattina successiva ritardando le ricerche e di fatto mettendo ancora più a rischio la vita del figlio (il padre ha ammesso di aver sbagliato, nda)? Ed è vero che anche il fratello maggiore, 4 anni, in passato sia fuggito da casa?
"Abbiamo sbagliato a non dare subito l'allarme", il papà di Nicola fa mea culpa
A “Storie Italiane”, il programma del mattino di Rai1, la conduttrice Eleonora Daniele prova a capire la dinamica dei fatti insieme ai suoi ospiti e a Giuseppe Di Tommaso, autore del ritrovamento-scoop, che racconta: “Questa comunità ha uno stile di vita molto diverso da quello di chi vive in città. Vivono a contatto con la natura, il buio per Nicola è una realtà, non gli fa paura come a un bambino urbano. Certo, ci sono cose che non tornano. Anche io mi sono chiesta come mai avesse i sandali indossati in maniera perfetta. I genitori hanno sostenuto di averlo messo a letto con i sandali, ma perché? Come ha fatto a sopravvivere nel bosco con animali pericolosi? Quando ho fatto queste domande, la comunità mi ha risposto che qui i bambini sono abituati a certe cose”.
Il giornalista lo ha trovato tra le sterpaglie in fondo a una scarpata e fa una grande rivelazione: “Posso dire che non è caduto dalla mulattiera da dove ho sentito i suoi lamenti. E’ vero che a quell’età i segni sono meno evidenti, ma non aveva contusioni o lividi. Se fosse caduto dalla strada, si sarebbe fatto male. Aveva un piccolo bernoccolo, un po’ di terriccio sul viso e dei taglietti causati dai rovi. Però non trovo elementi che possano portare a pensare che qualcuno lo abbia portato lì. Credo che abbia perso l’orientamento al buio anche se per lui è una condizione familiare (quindi tanto familiare non è, nda)”.
In studio, sono tutti perplessi: i sandali, l’orario incerto della scomparsa, la grande distanza da casa, la scarpata dove sarebbe scivolato senza farsi male. Tutto spunti su cui si sta indagando anche se gli inquirenti non escludono neppure l’ipotesi che sia una favola, una storia finita bene per una serie di circostanze fortunate. Di Tommaso aggiunge: “Si è arrampicato sulla maniglia della porta e ha preso la solita strada anche se l’ho trovato nella direzione opposta. Può essere stata una somma di casualità. Se era pulito? Completamente pulito, questa che indosso è la stessa camicia di ieri quando l’ho preso in braccio, non c’è alcun segno, nulla. Aveva solo dei piccoli tagli dovuti ai rovi. Aveva la maglietta e le scarpe, ma non i calzonicini. La famiglia non ha acqua e corrente elettrica e questo fa pensare che il bimbo abbia la capacità a restare pulito. Quando lo abbiamo salvato non ha detto solo ‘mamma’, ha detto anche mamma, acqua”.
Eleonora Daniele scuote la testa e lo scetticismo si diffonde tra i presenti. Alessandro Cecchi Paone osserva: “Così pulito dà la sensazione che non si sia mosso. E’ vero che soffre di sonnambulismo?”, l’inviato dà una mezza conferma, mentre un’esperta sottolinea che a due anni il sonnambulismo è raro.
Alla domanda se i fili d’erba fossero schiacciati o no, il giornalista aggiunge: “Vi assicuro che non c’era giaciglio, era dentro un cespuglio di rovi, era per terra, ma non c’era giaciglio o erba schiacciata. Era lì e non l’ho sollevato perché avevo paura che si fosse fatto male. Devo dire la verità, anche io ero scettico subito dopo il ritrovamento, mi sembrava tutto surreale, davvero una favola. Avevo dei dubbi su come avesse potuto percorrere circa 3 km senza farsi male o sporcarsi però i locali mi hanno detto che è normale per i bambini muoversi in un bosco fitto, il contatto con la natura per loro è un gioco. I dubbi sono leciti e alcuni ne ho ancora. La comunità e i genitori fanno un racconto, da cronisti si riscontra altro”.
A questo punto, la Daniele sbotta: “No, no, non ci siamo, mi sembrano risposte che non hanno alcun senso, io sono cresciuta in campagna, è impossibile. Ma poi dicono che soffre di sonnambulismo e lo lasciano dormire con i sandali? Se è scappato, vuol dire che non era sotto la tutela dei genitori”. E’ Cecchi Paone a fornire una spiegazione non così strampalata sul ritrovamento: “C’è anche l’ipotesi che qualcuno lo abbia fatto ritrovare, si è spaventato della risonanza mediatica, della presenza di centinaia di vigili del fuoco, carabinieri e soccorritori e lo ha messo lì perché lo trovassero”.
La Procura di Firenze ha aperto un’indagine senza ipotizzare reati a carico dei Tanturli o di terzi, ma vuole verificare eventuali violazioni dei doveri genitoriali.